Altea si alzò, si svegliò ed uscì in giardino a guardare il sorgere del Sole.
Pian piano il nuovo giorno sciolse, o forse allontanò soltanto, le ombre della notte, le sue inquietudini ed i suoi fantasmi, tingendo il palazzo di nuovi colori, più caldi e non più cupi e malinconici.
Salamano aveva ormai preparato la colazione per i suoi padroni ed il profumo del pane caldo si sentiva per tutto il cortile e le cucine.
Un'ora dopo si svegliò anche Fulminaccio e la colazione fu servita.
“Il pane bianco...” disse imburrandone una fetta “... che spreco... quello nero, o meglio ancora quello di farina mista va più che bene...” mangiando “... costa la metà.”
“Si, signore.” Annuì Salamano.
“Ah, oggi andrò a Monsperone.” Fulminaccio a sua moglie. “Devo regolare alcune faccende.” Con tono seccato.
“Ah, padrone...” Salamano.
“Cosa c'è?” Bruscamente Fulminaccio.
“C'è una questione di cui vorrei parlarvi...”
“Si, ma fai in fretta.” Tagliando del pane Fulminaccio.
“Ho parlato al soldato di voi, madama.” Disse Stuarto guardando Lys. “Di come avete avuto la concessione di questo palazzo, signora. Lui alquanto incuriosito è poi rimontato in sella e si è allontanato. Di certo madama suscita interesse nella società del posto.”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|