Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 13-06-2011, 05.58.22   #1267
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Icarius fissò Sayla e le sorrise all’improvviso.
“Certo che ho fiducia in te…” disse “… come potrei non averne? Sei l’unica che ancora sembra credere in me…” e abbracciò teneramente la ragazzina. “Sai…” come a voler scacciare via i pensieri e le inquietudini che lo tormentavano “… mi sarebbe piaciuto avere una sorellina! In verità ne ho una, sentendo gli altri, ma credo sia in giro da qualche parte per il mondo… io comunque non la ricordo minimamente…” e rise di gusto.
Fissò allora la luce proveniente da fuori ed il suo sguardo si fece serio.
“Oggi è la Sacra Festività di Pentecoste…” continuò “… e la dama della Pieve mi disse di tornare da lei proprio dopo questa Solennità… ma prima devo risolvere una questione... tu, nel frattempo, cerca Lho…”
Il cortile era ancora gremito di gente e solo stento le guardie riuscivano a trattenere il misterioso Cavaliere Custode.
Questi continuava ad inveire contro l’Arciduca e profetizzava l’imminente sciagura su tutti loro, se il nipote di Rauger e figlio di Ardross avesse continuato a reggere il ducato.
“Se dite il vero, cavaliere, vi darò la possibilità di provarlo.” Gridò Icarius.
Tutti si voltarono verso di lui ed un solenne silenzio scese sul cortile.
“In che modo?” Chiese il cavaliere.
“Secondo gli usi della cavalleria…” rispose Icarius “… come impongono le tradizioni normanne che hanno conquistato questa terra…”
“Non chiedo di meglio, milord…” annuendo il cavaliere.
Questi allora raggiunse il suo scudiero e si preparò a montare a cavallo.
Icarius chiamò i suoi servi, dando ordine di preparare il suo cavallo e le sue armi.
“E’ una pazzia, milord!” Cercando di farlo desistere Izar.
“Sono d’accordo, mio signore!” Avvicinandosi August. “Non dovete dimostrare niente a nessuno!”
“Lo credi davvero?” Chiese Icarius fissandoli entrambi.
Poco dopo, tutto fu pronto per la sfida.
I due campioni, Icarius da un lato ed il Cavaliere Custode dall’altro, si prepararono, con lance e scudi in pugno, a battersi.
I cavalli allora furono lanciati alla carica ed un attimo dopo l’immane scontro frastornò l’intero palazzo.
Le lance si spezzarono e spaccarono in diverse schegge, mentre gli scudi ne uscirono quasi del tutto deformati.
In un primo momento i due contendenti restarono ciascuno in sella al proprio destriero, ma poi il Cavaliere Custode si lasciò cadere al suolo.
Una scheggia della lancia del suo avversario l’aveva trafitto ad una spalla.
Icarius lo raggiunse e, saltando dalla sella, gli si lanciò sopra.
“Vi arrendete senza condizioni?” Gridò Icarius al suo avversario, mentre gli puntava al collo il Pugnale di Misericordia, quello che i cavalieri usavano per dare il colpo di grazia ai loro avversari, o per chiederne la resa.
“Siete il vincitore…” ansimando il misterioso cavaliere “… mi consegno a voi senza condizioni…”
Icarius allora ritirò la lama del pugnale ed il suo avversario si levò l’elmo, mostrando finalmente la sua identità.
Era il barone Gwinet de Ceraw.
“Traditore!” Gridò qualcuno nel vedere quel volto.
“A morte quel marrano!” Gridò qualcun altro.
Icarius zittì tutti con un gesto.
“Ciò che avete fatto” disse fissando il suo avversario “è indegno del vostro titolo… nessuna punizione, oltre la morte, sarebbe adatta… tuttavia, ripagherete alla vostra infedeltà e viltà combattendo per Capomazda… vi è una guerra ed il vostro braccio è necessario.”
“Giuro solennemente che combatterò con voi e per voi, mio signore.”
Gwinet allora fu condotto via per essere medicato.
Tutti poi raggiunsero Icarius, esultanti ed entusiasti per il valore dimostrato dal loro signore.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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