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Vecchio 17-01-2012, 21.36.32   #173
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
“Eccellenza?” Ripeté divertito il monaco a quelle parole di Parsifal. “No, cavaliere, no di certo! Chiamatemi solamente fra Domenicus! E’ il solo titolo che mi compete e che voglio! Certamente che acconsento… la piccola biblioteca di questa chiesa è a vostra disposizione!”
“Si, vai pure, Parsifal.” Annuendo Redentos.
Giunto nella piccola biblioteca, l’apprendista si ritrovò davanti ad uno scaffale in legno ricolmo di libri e coperto da polvere.
Ma proprio al centro, subito Parsifal notò un grosso e austero volume: erano gli Annali della chiesa.
Intanto, nell’altra stanza, Redentros era rimasto solo con il chierico.
“E ditemi, cavaliere…” fece questi “… siete in viaggio da molto tempo?”
“Si, sono circa tre anni” rispose Redentos “che vago di terra in terra… ma vagare nel buio dell’ignoto è cosa assai triste… fino a quando, due anni fa giunsi in un monastero… molta gente accorreva in quel luogo…”
“Cosa vi era di tanto importante in quel monastero?” Domandò il chierico.
“Un veggente…” mormorò Redentos “… un piccolo veggente… forse di dieci anni… correva voce che, caduto in una mistica estasi, un Angelo giungesse nei suoi sogni per mostrargli cose meravigliose e terribili, come profezie e visioni dell’Oltretomba… e attirato da ciò, visitai quel monastero…”
“Di cosa eravate in cerca, cavaliere?”
“Di mia moglie, frate…” fissandolo Redentos “… di mia moglie Calunda…”
“Come mai non era più con voi?”
“Un giorno…” amaramente il cavaliere “… un maledetto giorno ella si ammalò… si ammalò a tal punto da perdere il senno e la memoria... io allora lasciai i miei impegni presso la guardia reale e mi dedicai anima e corpo a lei… trascorrevo con lei ogni momento… ed è triste fissare la propria amata, mentre ella non vi riconosce e quasi vi teme…”
“Deve essere terribile, milord…” chinando il capo il chierico.
“Si, terribile…” serrando i pugni Redentos “… una mattina, disperato, compresi che Calunda non sarebbe mai guarita… allora feci un solenne voto all’Onnipotente… vendetti ogni mio bene e il ricavato lo divisi, dandone metà alla chiesa e l’altra metà ai poveri… in cambio domandai di non vedere mai morta Calunda… chiesi a Dio di farmi morire anche un solo istante prima di lei…”
“E cosa avvenne?” Domandò il chierico.
“Un giorno dovetti recarmi dal vescovo per un certo affare…” mormorò Redentos “… affidai ad alcuni servitori rimasti con me la cura di mia moglie… ma al mio ritorno ella non c’era più… sembrava come svanita nel nulla… cercammo ovunque, tra il castello e la campagna circostante… fui sul punto di impazzire… poi rammentai il mio voto… non poteva morire prima di me… è viva, pensai… e decisi di partire in cerca di lei… fino a quando giunsi al monastero del piccolo veggente…” fissò il chierico “… frate… ci vuole tanta Fede per non disperarsi… tanta Fede… forse troppa per un solo uomo…”
“Anche Nostro Signore era solo un uomo…” fissandolo fra Domenicus “… e ci Ha mostrato la Via… la Via della Fede… dovete credere, cavaliere… credere incessantemente nel vostro voto…”
E Redentos si accasciò in lacrime, mentre il chierico lo stringeva forte.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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