Le parole di Gwen, la sua voce ammaliante, il suo tono in qualche modo ambiguo e per questo sensuale, poi quel gesto, i baci lasciati sul collo di Elv che chiudendo gli occhi si beò di quelle carezze fatte di labbra.
Si abbandonò per un attimo, quasi ipnotizzato dalla voce e da quei baci di lei.
Le sensazioni che provava, le emozioni suscitate da quella misteriosa donna ed il suo istinto maschile lo spinsero a cercarla, a volere un contatto.
Allora portò le mani verso i lunghi capelli rossi di lei, verso il suo viso pallido e bellissimo.
Ma la porta si spalancò di colpo, squarciando la penombra della camera.
Era Roze, immobile sulla soglia, con un'espressione contrariata e ferita.
“E' fuggito.” Disse soltanto a Gwen.
“Sono Frate Roberto.” Disse il religioso ad Altea. “Attenderò di rivedervi. Per la vostra carità ma soprattutto per sapervi più sollevata e rassegnata, figlia mia.” Con un tenero sorriso.
Furio era fuori, tirando pietre verso uno spiazzo che si apriva sulla vallata verdeggiante dai colori pastello e gli spazi incontrastati.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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