Discussione: Il nome della perla
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Vecchio 24-05-2018, 00.17.21   #2
Lady Gwen
Cittadino di Camelot
 
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Lady Gwen ha un'aura spettacolareLady Gwen ha un'aura spettacolare
La carrozza avanzava sulla strada, a tratti sterrata e incerta, a tratti più uniforme.
Mi chiedevo come sarebbe stata la mia nuova vita qui, a Sant’Agata di Gotya.
Non avevo idea di che posto fosse.
In realtà, non avevo idea di alcun posto che non fosse la casa nefasta di mia zia, dove avevo passato parte della mia vita, o le quattro mura, altrettanto nefaste, della Lowerwood School.
La mia vita era stata più terrore e dolore che altro.
Avevo sempre sofferto, ovunque andassi, sia mentalmente che, soprattutto, fisicamente.
Prima a causa delle angherie di mio cugino, assecondato da mia zia, che mi credeva l’incarnazione del demonio, e poi a causa degli insegnanti e del prete della Lowerwood.
E ad un certo punto ero arrivata anche a convincermi di tutto questo.
A convincermi di avere, forse, davvero qualcosa che non andava, se tutti me lo rimproveravano, s etutti mi picchiavano, mi obbligavano a stare al mio posto.
Ma io avevo dei posti in cui recarmi per evadere, oh sì che li avevo.
Ed erano tutti lì, nei libri che divoravo avidamente, che narravano di avventure, di libertà, di regni da salvare, terre da conquistare e principi e principesse da amare con ardore e passione.
E mi convincevo che un giorno anche io avrei vissuto quelle avventure, quella vita fatta di vento fra i capelli e foreste indomite e selvagge.
Osservavo il pomeriggio appena illuminato dal sole, ma velato da una strana nebbia quasi perenne, che copriva tutto come morbido tulle.
Iniziai a scorgere da lontano una grande magione.
Stavo per arrivare.
Avevo trovato questo lavoro come istitutrice di una giovane ragazzina, di circa undici anni, di nome Therese.
Anche lei era un’orfana, ma al contrario mio era un’orfana ricca, con una dote, delle proprietà, un tutore, sebbene non avessi idea di chi fosse tranne sapere che era il proprietario della magione, e viveva in una casa grande almeno il doppio di Lowerwood.
Ma dopotutto, ci avrei vissuto anche io, per un po’ di tempo, quindi non era poi così male.
La carrozza si fermò davanti alla casa, scesi, pagai il cocchiere e mi avvicinai al grande portone in legno.
Poi, bussai col battente un paio di colpi, usando la mano libera dal bagaglio ed attesi.

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BALTASAR GRACIÁN


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