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Vecchio 10-08-2012, 19.53.58   #3037
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard era con quella bellissima prostituta, seminascosta da un'enigmatica penombra.
“Talia...” disse lui “... Talia... cosa ci fai qui?”
Lei fece allora un passo avanti, avvicinandosi così alla luce delle candele.
Allora il suo viso fu ben visibile dal cavaliere.
I suoi tratti, così simili a quelli di Talia fino ad un istante prima, cominciarono a mutare.
La somiglianza restava, ma ora appariva chiaro che lei non era Talia.
La pelle era bianca e delicata proprio come la sua ed i capelli erano dello stesso colore.
Eppure il volto era diverso, come lo erano i tratti e l'espressione in generale.
Aveva due o tre anni più di Talia e qualcosa nelle movenze che le distinguevano.
Sorrideva quasi a stento, senza lasciarsi mai andare ad una qualsiasi espressione facilmente riconoscibile.
E poi gli occhi.
Erano diversi da quelli di Talia.
Verdi, attraversati da una indefinibile luce e intrisi di un ostentato orgoglio.
“Talia...” disse lei “... così dunque mi chiamerai stanotte?”
“No, è solo che...” mormorò Guisgard “... per un momento io...”
“Vuoi chiamarmi così mentre faremo l'amore?”
“No, non voglio chiamarti così...”
“E' il suo nome, vero?”
“Si...”
“Lei ti ama?”
“No...” rispose lui “... per lei sono come un fratello...”
“Stanotte io sarò lei allora... per te...”
Lui la fissò.
“Però, se vorrai baciarmi dovrai pagare di più...” aggiunse “... baciare una prostituta costa più che fare l'amore con lei... però, se vorrai, stanotte bacerai la tua Talia, cavaliere...”
In quel momento, però, qualcuno bussò alla porta.
“Chi è?” Chiese Guisgard.
“Guisgard...” entrando Sangò “... è successa una cosa terribile... dobbiamo tornare alla locanda...”
“Cosa è accaduto?”
“I soldati...” fissandolo il menestrello “... hanno portato via Talia e ucciso la tigre che era con voi...”
Guisgard impallidì.
Un attimo dopo, i due, uscirono dalla stanza e raggiunsero Umans nell'anticamera al pianterreno, sotto lo sguardo enigmatico della bellissima prostituta.
Intanto, nelle prigioni della Città Alta, Talia era da sola, in una cella umida e semibuia.
Sentiva passi confusi e voci accavallate provenienti dai corridoi di quelle segrete.
Ad un tratto la porticina alle grate della porta si aprì, ed un uomo gettò all'interno il suo sguardo.
“Questa è la strega?”
“Si, così hanno detto i soldati...” mormorò un'altra voce da fuori “... dobbiamo strapparle la lingua per renderla inoffensiva...”
“E se chiamassimo un prete?”
“Perchè mai?”
“Così, da farci scrivere qualcosa e bruciarla poi viva!”
“Troppo complicato.” Fece l'altro. “Strappiamole la lingua ed il gioco è fatto.”
“Ma dici che è viva?”
“Certo che lo è?”
“A me non sembra...”
“Cosa vorresti fare?”
“Controlliamo.” Cominciando ad aprire la porta. “Se è davvero morta, allora non voglio tenerla qui un'ora di più. Si dice che le streghe morte portino la peste!”
“Ma stiamo attenti!”
Un attimo dopo, i due carcerieri entrarono nella cella.
“Forse dorme...”
“O forse si è davvero uccisa...”
“O magari il demonio è passato a prendersela...”
“Sei sveglia, strega?” Chiese uno dei a due a Talia, che stava rannicchiata a terra.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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