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Vecchio 07-12-2011, 12.57.27   #892
Morris
Cittadino di Camelot
Registrazione: 23-03-2008
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Morris è un gioiello nella rocciaMorris è un gioiello nella rocciaMorris è un gioiello nella rocciaMorris è un gioiello nella roccia


Shalimar, avanzava stancamente nel folto del bosco. Ormai l’imbrunire era prossimo ed evidentemente la fatica della giornata si faceva sentire. Gli ultimi raggi del sole che riuscivano a penetrare obliquamente l’intrigo di rami e foglie.. sembravano lame conficcate in una corazza. L’atmosfera era straordinariamente bella: il silenzio regnava sovrano, come se per gli animali le incombenze quotidiane fossero già terminate e i secolari alberi avessero le sembianze magiche di giganti a guardia di ancestrali misteri.
Ma il cavaliere, che in altri momenti avrebbe apprezzato questo superbo spettacolo, era assorto in altri pensieri: doveva fare attenzione, sapeva che era vulnerabile in quella condizione ad eventuali imboscate e agguati. La mano teneva saldamente l’elsa della sua spada, pronto ad ogni evenienza: ormai, oltre al suo cavallo, era la sua amica più fidata e sentire il freddo della sua impugnatura lo rassicurava.
Sperava di uscire quanto prima dagli alberi per trovare un posto tranquillo in cui accamparsi per la notte. Shalimar aveva bisogno di riposo: lo aveva spinto molto nella giornata per superare diversi punti critici e ora lo sentiva provato.
Ma anch’egli si sentiva stanco e avvertiva una certa fame. Avrebbe acceso un fuoco e al tepore della fiamma consumato qualcosa per poi finalmente riposare un po’.
Improvvisa una freccia sibilò ad un pollice dal suo viso per andare a conficcarsi nell’albero alla sua destra. Shalimar si impennò nitrendo.
“Buono bello, tranquillo.”
Tenendo saldamente le redini per calmare il cavallo, sguainò la spada e si girò verso la direzione di provenienza del dardo.
“Chi osa! Fatevi vedere se ne avete il coraggio!”
Per tutta risposta una seconda freccia sibilò vicino la sua testa
“Dannazione!”
Una risata beffarda echeggiò nel silenzio del bosco.
“Venite fuori che ve la faccio passare io la voglia di ridere!!!”
“Calma cavaliere… se avessi voluto uccidervi lo avrei già fatto.”
“Ah! State dicendo che mi lanciate due frecce tanto per passare il tempo?”
“No di certo. Ho le mie ragioni.”
Il suo aggressore che finora era stato in ginocchio al riparo di un albero si alzò e finalmente poté vederlo: indossava un completo blu con corpetto in pelle e stivali neri, e aveva biondi capelli corti e lucenti occhi azzurri.
Teneva con ambo le mani, di traverso rispetto al corpo, una balestra di pregiata fattura, segno evidente che non doveva trattarsi di uno sprovveduto qualunque.
“Si può sapere come Vi viene in mente di tirarmi due frecce? Mi avete quasi ammazzato!!!”
“Ma non l’ho fatto cavaliere. Ora permettetemi di porVi una domanda, cosa Vi porta sulle mie terre?”
“Porto a termine un incarico e sono di passaggio. Il resto non Vi è dato di sapere, visto che nemmeno Voi siete stato prodigo di troppe spiegazioni.”
“Sta bene! Avremo modo di parlarne davanti al tepore di un camino e rifocillati da un buon pasto. Vi offro la mia ospitalità messere.”
“Uhm… Vista la Vostra accoglienza devo forse aspettarmi un pasto avvelenato?”
Lo sconosciuto proruppe in una gran risata.
“Per Vostra fortuna non sono io a cucinare cavaliere! E comunque potete stare tranquillo: qui l’ospite è sacro!”
“E sia. Fate strada!”
Fu solo allora che Sir Morris vide uscire da dietro l’albero e i cespugli un magnifico sauro: la stazza dell’animale era considerevole e si chiese stupefatto come avesse potuto non notarlo. Ma si disse che sicuramente era un brutto scherzo giocatogli dalla stanchezza.
Salito in groppa con un balzo, il giovane lo raggiunse sul sentiero e proseguì al trotto.
Dopo qualche miglio qualcosa passò rapido fra le zampe dei due cavalli. Shalimar si fermò: drizzate le orecchie, le cui punte quasi si toccavano, iniziò a raspare a terra con uno degli zoccoli anteriori. La reazione era quella naturale di fronte ad un grosso lupo che li fissava dal lato della strada. Ma il sauro invece rimase impassibile come nulla fosse.
“Oh Hell, bentornato! Sei il solito gironzolone! Messere questo è il mio lupo da compagnia, quando siamo fuori usa perlustrare i dintorni per controllare non ci siano pericoli.”
Morris tirò un grosso sospiro di sollievo: affrontare anche un lupo era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare per chiudere in bellezza la giornata.
Il cavaliere davanti svoltò improvvisamente a destra e iniziò ad inerpicarsi per una mulattiera poco più larga del normale e tutta in salita. Sembrava essere scavata nel terreno poiché gli argini laterali erano alti quasi quanto i due uomini a cavallo e la vegetazione era piuttosto rigogliosa.
Morris aveva la strana sensazione di sentirsi osservato. Tuttavia non poteva essere a causa del suo accompagnatore, in quanto questi lo precedeva e gli dava le spalle. Si guardò più volte intorno, ma la visuale era troppo limitata per riuscire a vedere qualcuno. Tuttavia, si disse fra sé, se la sua guida era così tranquilla evidentemente non potevano esserci pericoli.
Continuarono quindi a salire.
Il primo a giungere alla sommità fu il lupo, che trotterellando sulla strada principale del piccolo borgo annunciava l’arrivo del piccolo gruppo.
Terminata la salita il giovane aspettò Sir Morris e gli si affiancò.
“Il Vostro cavallo sembra essere piuttosto provato Messere.”
In effetti le frocie di Shalimar erano dilatate al massimo e vibravano rumorosamente sottolineando i respiri profondi dell’animale.
“Lo credo!!! È tutto il giorno che lo costringo a camminare e questa salita ripida e scoscesa gli ha dato la botta di grazia!!”
“Seguitemi allora. Alle stalle sapranno certo trattarlo a dovere.”
Morris notò che si trovava davanti una strada pianeggiante, lunga circa un miglio e larga, su cui si affacciavano diversi edifici e si diramavano alcuni vicoli.
Alcuni abitanti sostavano parlottando fuori dalle abitazioni, in attesa presumibilmente della cena.
Al passaggio del suo accompagnatore tutti si voltavano.
“Salute Hrist!!!” “Buonasera Hrist.”
Qualcuno chinava anche la testa in segno di rispetto, mentre i bambini con i loro cavalli di legno si posizionarono ai lati del cavallo, quasi come un drappello di guardie.
“Eccoli qui i miei prodi cavalieri!!!”
Il giovane sorrideva e i piccoli, corroborati da quella frase, si impettirono ancora di più, fieri del loro ruolo.
Era evidente che Morris non si era sbagliato: non aveva a che fare con qualcuno di poco conto e ora ne aveva la dimostrazione. Quello che gli restava da capire era invece chi fosse il suo misterioso assalitore e perché mai usasse dare un così inusuale benvenuto.
Arrivati nei pressi delle stalle, un uomo..dalla barba bianca e curata..gli andò incontro:"Salve Hrist..siete in compagnia vedo"!
"Piacere di fare la vostra conoscenza, cavaliere...io sono Stam.. qual buon vento vi porta da queste parti"?
"Sono Sir Morris, gentile signore...vi affido il mio Shalimar...mi ispirate fiducia"!
Hrist, sorrise..ma quando Morris si voltò per guardarlo..di botto.. smise.
"Son qui..grazie al vostro amico Hrist...mi ha condotto in queste terre facendomi seguire delle freccie..ma non come indicazioni.. bensì <come bersaglio>"!!!
"AHAHAHAHAHAHAHAHA"! Risero tutt'e tre di gusto.
Quella risata, cominciò a balenare nella testa di Morris..che dentro se..pensò:"Tal tono e modo di esprimere la propria ilarità..non mi suonano nuovi"!
La serata trascorse serena e felice...l'armonia regnava indisturbata in questa terra incontaminata...la cena..poi..fu una vera cerimonia..una sfavillante festa.
Hrist e Morris...si ritrovarono a scherzare e a ballare con i tanti amici..tra i due..in buona sostanza.. era nata una particolare intesa.. indi.. una fantastica amicizia.
"Sono stato molto bene con Voi..Sir Hrist, la vostra gente vi adora e vi rispetta come voi meritate...siete una persona generosa e cordiale.. meritate la mia stima e quella di ognuno che vi circonda! Adesso, però...è il momento di andare...accompagnatemi alle scuderie.. vi prego".
Ad un tratto, due menestrelli esclamarono all'unisono:"Un ultimo ballo, messere...suvvia..."!!
"D'accordo..oh miei intonatissimi musicanti..sta bene"!
Cavalieri e dame si disposero.. come al solito.. uno di fronte all'altra..ma..stavolta..qualcosa di strano accadde:
Hrist..aveva scalato una posizione e si ritrovò faccia a faccia e petto a petto con Sir Morris che..imbarazzato..non potè che percepire una morbidezza inaspettata al suo cospetto.
"Non mi hai ancora ricosciuto, guardami negli occhi attentamente..ti prego.. Morris".
In quel preciso momento..il cavaliere l'osservò con attenzione e riconobbe quella voce immediatamente..accomunandola a quello sguardo ed ai suoi colori!
"Mi sono completamente trasformata, caro Morris, sono diventata una Valchiria..ed il mio aspetto inganna tutti coloro che non mi conoscono"!
"Sono trascorsi venti anni, ti sei ben camuffata da uomo...e senza neanche perdere un filo della tua vulcanicità..sei riuscita ad ammaliare la mia sensibilità e a farmi stare bene anche in altra veste. Chi avrebbe potuto stilare un trattamento simile ..con dei dardi che..in questo preciso istante..sono finiti dritti al centro del mio cuore"!???
Abbracciami tesoro mio..trattienimi a lungo..in questa felice e calorosa terra ove regna il tuo incommensurabile amore.
"Lady Hrist, strinse forte a se il suo cavaliere; la musica continuò ad echeggiare per tutta la valle e la gente tutta..applaudì, commossa, al loro struggente reincontro.


Sir Morris
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[I][B][COLOR=red]Sir Morris[/COLOR][/B][/I]
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