Discussione: Ardea de'Taddei
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 28-01-2010, 23.51.15   #155
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
ARDEA DE' TADDEI

LXXXIII


TERZA QUESTIONE: FRATTAGRANDE, IL MOLOSSO DEI MUSSONI

"Nella nebbia si nasconde la tentazione."
(I Racconti della Luna Pallida di Settembre, III)


Il cammino che conduceva Ardea e Biago verso Frattagrande era lungo e stancante.
Avvolta in una verde ed umida brughiera, questa contrada era la più occidentale delle proprietà del duca e ne segnava i confini verso l’ovest.
Miglia e miglia di verdeggianti distese contornavano l’intero paesaggio, mentre un lungo e stretto sentiero si apriva quasi intimorito al suo interno.
E solo verso sera i due avvistarono le cupole ed i campanili delle chiese di Frattagrande.
Ardea, forse aiutato da quell’incorporeo scenario, che il crepuscolo avevo coperto con una tenue nebbia, era perso nei suoi pensieri.
Questo suo viaggio, suo padre, la ragazza vista nella taverna di Caivania, lo sguardo di Alaida, le sue colpe ed i suoi peccati; tutto, come un mare impetuoso, veemente e furioso, inondava la sua mente.
In certi momenti lo sconforto, la rassegnazione, lo smarrimento sembravano prendere il sopravvento.
In un attimo, dalla giorno alla notte, come un impalpabile fatalità, la sua vita fù totalmente cambiata.
La gioia, i sogni, la speranza, la fama, tutto sembrava essersi smarrito, facendolo sentire come un naufrago, approdato su una terra deserta, dopo aver perso ogni cosa.
Egli faceva ricorso a tutte le sue forze, a tutta la sua abilità per portare a termine questa ardua impresa.
Ad ogni contrada egli avrebbe messo in gioco la vita. Sapeva che la morte poteva attenderlo ovunque. Forse proprio a Frattagrande.
Eppure continuava.
Ma per cosa? Si chiedeva in certi momenti in cui lo smarrimento si faceva più forte.
Perché rischiare così la vita?
E se anche, miracolosamente, avesse portato a termine tutte e sette le Questioni avrebbe comunque trovato ad attenderlo quel misterioso cavaliere che sembrava invincibile.
E allora perché non fuggire via?
Perché non cercare una terra in cui ritrovare la serenità perduta e ricominciare di nuovo a vivere?
Forse era la sua debolezza, forse il suo tormento a suggerirgli queste cose.
Forse era il diavolo che già assaporava la sua anima.
Perché allora continuare? Per cosa? Per chi?
Ed era in questi momenti che, come una misteriosa forza, emergeva dal suo cuore un impeto.
Per suo padre. Per ciò che gli ha dato.
Per le sue terre e per chi vi abitava.
Ma anche per se stesso.
Sapeva infatti che in nessun luogo avrebbe mai potuto trovare pace.
Solo con immani fatiche e sacrifici egli avrebbe potuto tentare di lavare il suo cuore da quella colpa.
E se anche avesse dovuto pagare con la vita per quelle sue colpe, egli ben sapeva che all’Inferno non avrebbe trovato tormento peggiore di quello che stava vivendo ora.
Anzi, forse egli sperava, in cuor suo, proprio di morire in questa impresa e trovare finalmente sollievo dai sui supplizi.
Ma mentre tali pensieri laceravano il suo animo, ad un tratto dalla brughiera circostante emerse un delirante latrato.
“Cosa è stato?” Chiese intimorito Biago.
Ardea non rispose e fece cenno di tacere al suo scudiero.
Un attimo dopo uno spaventoso ringhio si diffuse tra le nebbia e la sbiadita luce lunare.
“Di nuovo!” Disse spaventato Biago. “E stavolta sembra più vicino!”
“Teniamoci sulla strada ed evitiamo la brughiera.” Disse Ardea guardandosi attorno. “Frattagrande non è lontana.”
Ripresero così il cammino con un andamento più svelto, mentre Ardea teneva ferma la mano sull’elsa di Parusia.
Di nuovo nell’aria echeggiò quell’inumano ringhio.
“Si è avvicinato ancora di più!” Disse Biago quasi balbettando.
Proseguirono ancora, guardinghi ed impressionati da quei versi bestiali, fino a quando, poco dopo, giunsero finalmente alle porte di Frattagrande, che come una spettrale visione emergeva inquietante tra il buio della sera ed i lamenti della brughiera.


(Continua...)
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO

Ultima modifica di Guisgard : 01-02-2010 alle ore 00.17.48.
Guisgard non è connesso   Rispondi citando