"Quell'auto è l'unica cosa che mi resta di mio padre.." con un leggero sorriso "E senza il pilota giusto.. tutto il suo lavoro sarà vano... e tu, tu sei riuscito a governare questa macchina più di chiunque altro e..." mi fermai.
Avevo già fatto quel discorso, il suo sguardo mentre guidava, le sue emozioni e tutto il resto, e avevo ottenuto l'effetto contrario, non avrei ripetuto lo stesso errore.
Poi si mise a parlare di me, e io abbassai lo sguardo, imbarazzata.
"Il mio ragazzo.." dissi piano, come se fosse la cosa più assurda che avessi mai detto "No.." scossi la testa piano "Non c'è nessun ragazzo...".
Nessuno vuole una macchina, dopotutto
Chi ero? Che potevo dirgli?
E se.. se gli avessi detto la verità?
Si sarebbe spaventato?
Ma d'altronde, se dovevo essere il suo copilota, era il caso che sapesse.
"Chi sono io..." sospirai, alzando gli occhi a cercare i suoi "Sicuro di volerlo sapere? Di conoscere il mio segreto, e custodirlo gelosamente perché ne va della mia vita?" gli chiesi, con gli occhi nei suoi.
|