Avevo quasi scordato questa discussione che tra la ricerca di nomi è finita poi a parlare della regina Ginevra.
Lady Gwen, vi ringrazio per le vostre parole.
Io credo che cercare un nome non sia poi così diverso dall'immaginare un volto.
Dare il nome ad un volto conosciuto è forse ancor più bello.
Per questo quando scrivo e devo immaginare un personaggio, cerco di realizzare prima il suo aspetto, in primis il volto, poi il suo nome.
La leggenda infatti narra che Ginevra, incontrato Lancillotto proprio mentre era diretta alle nozze con Artù, non rivelò ovviamente il suo nome, ma si definì solo una dama invitata al matrimonio del re e della regina.
E su questa cosa io ho sempre fantasticato tanto, soprattutto immaginando i tanti nomi o epiteti con cui il Primo Cavaliere, nel ripensare a lei, la evocava nei suoi sogni.
Nomi ispirati dai suoi occhi, dalla sua voce, dai suoi capelli o anche soltanto da un suo semplice gesto, come quelli che si fanno senza neanche badarci tanto.
E chissà, magari quando ritornò a Camelot e scoprì la verità sulla donna amata, a lui nessun nome apparve perfetto per lei come lo era quello di Ginevra.
Un bellissimo mito racconta che gli uomini e le donne non hanno nome fino a quando esso non viene pronunciato da chi ci ama davvero.
Novalis invece afferma che gli innamorati hanno un solo ed unico nome.
Così, che sia la vita, un romanzo o magari entrambe le cose, il nome di Guisgard e quello di Lancillotto possono assumere per Amore il medesimo suono.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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