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Vecchio 31-01-2015, 02.32.00   #105
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Il sole era calato, e una pallida luna illuminava il freddo celo cittadino.
Era giunta l'ora di iniziare a prepararmi.
Quella giornata era stata troppo pesante emotivamente, e non riuscivo, non volevo sopportarlo.
Così consumai un pasto frugale, con l'ottima carne che avevo comprato, e risalii a prepararmi.
C'era silenzio. Era strano: avevo tanto desiderato quel silenzio, eppure ora mi appariva assordante.
Potevo sentire il battito del mio cuore, e la cosa non mi piaceva affatto.
Lasciai in disparte il raffinato abito che avevo indossato per le vie di Miral, rivolgendo lo sguardo a tutt'altro abbigliamento.
Dove stavo andando non sarebbe servito.
Così indossai dei pantaloni stretti ma comodi, un paio di stivali, un corto corpetto, e e una giacca pesante.
Legai i capelli in una treccia, fasciai di nero entrambe le mani, e mi avvolsi in un lungo mantello, di cui mi calai il cappuccio sulla faccia.
Lasciai la mia casa, rimandando al giorno successivo la decisione sulle erbe.
Così mi incamminai, verso la periferia della città, attraversando vie che una fanciulla per bene non dovrebbe mai percorrere.
Camminavo a passo spedito, di chi conosce bene la strada.
Una piccola scala conduceva in un cortile, su cui si affacciava una anonima porta.
La spinsi decisa, e mi ritrovai in un ambiente alquanto singolare, che conoscevo molto bene.
Gentaglia di ogni tipo frequentava quella bettola, soldati di ventura, avventurieri, ladri e assassini, attaccabrighe, mercenari.
Avevo una buona probabilità di incontrare qualche amico, e le medesime di incontrare un nemico.
Le voci si accalcavano l'una sull'altra, le risate, i discorsi.
Lo spiazzo al centro della sala era vuoto, non avevano ancora cominciato, stavano solo bevendo.
Ma io non ero lì per bere, anche perché sapevo che avrei rimpianto i vini della mia preziosa cantina, no, io cercavo lui.
Lo vidi come sempre infondo alla sala, intento a dirigere gli affari.
Era lui che comandava lì, che decideva gli incontri e prendeva le scommesse.
"Sarios.." lo salutai con un cenno del capo "Ce l'hai un incontro per me, stasera?".
Nei periodi di pausa tra una campagna e l'altra, quando gli allenamenti non erano sufficienti, quei duri incontri di combattimento a mani nude erano un vero toccasana, oltre che una discreta fonte di guadagno.
Eppure dei soldi non mi importava un accidente, visto anche quanto guadagnavo nelle campagne.
Volevo solo che quella fastidiosa e insistente fitta se ne andasse, anche solo per il tempo che passavo in quell'arena improvvisata.
Non era una guerra, certo, ma era già qualcosa.
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