Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 28-03-2011, 16.06.45   #75
Talia
Cittadino di Camelot
 
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
Sussultai violentemente quando sfondò la porta ma, a parte ciò, non mossi un solo muscolo.
Solo quando lo sentii oltrepassare la soglia, chiusi gli occhi...
“Sei sempre lo stesso!” mormorai tristemente.
E tuttavia non sapevo per certo cosa questo significasse per me... non sapevo esattamente cosa mai mi ero attesa da quel ritorno... era soltanto uno sciocco e tronfio pallone gonfiato che mai, fin dal nostro primo incontro, si era interessato a me... ma allora, mi chiesi, che cosa ci facevo ancora lì? E perché mi sentivo tanto male?

“Hey, Talia!” la voce mi raggiunse portata dal forte vento che tirava sulla cima di quella collina “Ho ricevuto il tuo messaggio... cosa c’è?”
Mi voltai e lo guardai, mentre a rapidi passi giungeva di fronte a me. Sorrisi: lui era sempre stato il mio migliore amico, forse l’unico vero amico che avevo mai avuto... e forse non solo quello!
Era il figlio del guardiacaccia di mio padre e lo conoscevo da tutta la vita... avevamo giocato insieme da piccoli, insieme avevamo inventato avventure di ogni tipo, insieme cavalcavamo fino al fiume nelle giornate più calde per andare ad immergere i piedi nell’acqua, insieme rubavamo biscotti e piccoli dolci dalla cucina del palazzo, era stato lui ad insegnarmi a costruire trappole per catturare piccoli animali e io lo avevo aiutato ad imparare a leggere...
Quel giorno, vedendolo arrivare quasi di corsa in cima alla ‘nostra’ collina, ogni singolo momento trascorso con lui riaffiorò alla mia mente...
“Allora, che succede?” domandò di nuovo “Non ho molto tempo, purtroppo: se si accorgono che mi sono allontanato per sgattaiolare quassù mi ammazzano!”
Dovevo dirglielo... sapevo che dovevo farlo, gli avevo lasciato quel biglietto apposta... eppure non potevo... non ci riuscivo!
“Hey, ma stai bene?” mi domandò allora lui, notando la mia espressione, con quel suo tipico modo di corrugare la fronte quando era preoccupato.
Annuii piano... poi inspirai e, cercando di apparire naturale, dissi: “Dopodomani parto!”
Lui mi osservò per un istante, senza capire...
“Parti?” chiese “Per dove?”
“Per Capomazda!” risposi “Mi sposo!”
I suoi occhi si allargarono impercettibilmente nel momento in cui la sua testa registrò l’informazione, poi le sue iridi scure si incupirono ancora di più: “Oh...” disse “Capisco!”
“Volevo dirtelo di persona!” spiegai “Non volevo che tu lo sapessi da qualcun altro!”
Lui annuì: “Quando l’hai saputo?”
“Adesso! Questa mattina è giunto un funzionario del duca, ha parlato con mio padre e poi...”
“Dopodomani, eh! E perché tutta questa fretta?” domandò... ostentava calma e ragionevolezza ma il suo tono era duro e spiccio, e io lo conoscevo troppo bene per non sapere cosa questo significasse...
“Non so perché hanno fretta!” dissi “Però, ascolta...”
“No!” mi interruppe “Ascoltami tu: è una follia questa, e lo sai! Non lo conosci nemmeno, quello, come fai a sapere che lo vuoi sposare?”
Mi irrigidii: “Non è per questo che sono qui!” ribattei.
“No, certo, non è per questo. Ma mi ascolterai lo stesso... perché è ridicolo quello che vogliono convincerti a fare! Quel ritratto... lo so, ti sei innamorata di quel ritratto! Non è così? Ma chi diavolo è il tizio nel ritratto? Lo conosci? Ti ha mai portata al fiume, quello? Ti ha mai raccontato le storie più bizzarre solo per farti ridere? Lui... lui sa qual è il tuo colore preferito? E sa che... non so... che odi la pasta di mandorle, per esempio? E hai mai riso con lui tanto da avere male alle pancia? No, mai! Mai!”
“Smettila!” sbottai.
“La smetto, certo! Questo è tutto quello che sai dire... Ma rispondimi: lui sa tutte queste cose? Lui ti conosce così?”
Non gridava... ma il suo tono duro mi feriva più che se mi avesse schiaffeggiata...
“No...” urlai infine, arrabbiata “Niente di tutto questo... e lo sai bene! Lo sai che io... lo sai che queste cose io le ho fatte con te!”
Rimase per un istante in silenzio, come preso in contropiede...
“E’ vero!” riprese poi, abbassando lo sguardo “Le hai fatte con me! ...E lui non ti merita!” soggiunse.
“Non puoi saperlo, questo!” ribattei.
“Lo so, invece! Perché se io fossi stato al suo posto sarei venuto a prenderti personalmente e non avrei mandato qualche inutile funzionario, come se tu fossi un pacco di nessun valore! Tu detesti essere trattata così!”
“Ma tu non sei lui!” mormorai.
Non rispose subito e quando lo fece la sua voce era ruvida: “No, è vero, non lo sono! Non sono un duca, io. Né un marchese, né un barone, né possiedo nessun altra inutilissima carica nobiliare! Però...”
Si avvicinò e mi prese per le spalle... e per un istante fui certa che stesse per fare qualcosa che mai prima aveva osato. Eravamo vicini, troppo vicini... e i suoi occhi bruciavano come mai prima...
Poi, lentamente, il abbassò e lasciò scivolare via le mani...
“Ti auguro ogni bene, milady!” disse, quasi contro voglia “Sono certo che il tuo duca sarà l’uomo meraviglioso che tu sogni e che sarai sempre felice...”
Si voltò, poi, e riprese a scendere la china... ma dopo pochi passi si fermò e, senza voltarsi, soggiunse: “E se non sarà cosi... beh, allora, almeno, qualche volta penserai a me!”

Per un istante indugiai su quel ricordo mentre udivo i passi di mio marito allontanarsi secchi e imperiosi nel corridoio...
Eppure, nonostante tutto, non riuscivo ancora a pentirmi della scelta che mi aveva portata lì. Nonostante tutto, sentivo che da nessun altra parte volevo stare se non il più vicino possibile a quell’uomo, pur tanto freddo e insensibile.
Sospirai e mi chinai per prendere tra le braccia Pascal, che continuava a soffiare furioso verso la porta spalancata...
“Non essere arrabbiato con lui!” gli sussurrai, carezzandolo piano “Ti prego... non esserlo! Fallo per me!”
Mi avvicinai poi alla porta e, nonostante le sue condizioni attualmente precarie, riuscii ad accostarla un poco...
“Domattina la faremo aggiustare!” minimizzai, rivolgendomi al gatto che mi stava fissando quasi volesse sottolineare ciò che era appena accaduto.
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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