Affondai le mani nei capelli, avvilita, perchè anche questo non ci voleva.
Iniziavo a sospettare che fosse un attacco personale alla nostra congrega, nessuno poteva togliermi questo dubbio dalla testa ed era anche peggio.
Mi sentivo sola, non sapevo se avvisare Clemia oppure capire se questo avviso fosse attendibile, davvero non sapevo che fare.
Brass non perse tempo nel ricordarmi che anch'io gli dovevo una spiegazione.
O meglio, un segreto.
Sarebbe stato la prima persona, al di fuori della congrega e della mia famiglia, a saperlo e sentii crescere un certo nervosismo dentro.
Ma ormai era fatta.
"Sai, ci sono tante cose strane che succedono, cose a cui si fatica a dare una spiegazione, ma una spiegazione c'è sempre, anche se non quella che si vorrebbe dare. Fenomeni come il tuo "amico immaginario", come queste strane sparizioni, che da anni si verificano puntuali. Ma non solo" iniziai.
"Il collegio di cui sono a capo, non è una semplice scuola, anche se noi la facciamo passare per tale, perchè non sarebbe saggio rivelare la verità a chiunque" mi interruppi e respirai a fondo.
Poi, poco a poco, feci apparire una fiamma fra le mie mani, che rimase lì a crepitare e scoppiettare senza bruciarmi.
"È questo il motivo. Ed ho ragione di credere che queste sparizioni mirino a decimare la nostra congrega, anche se non ne conosco il motivo" sapevo che doveva essere tanto da processare per lui, così gli diedi il tempo di farlo.
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