Talia uscì da quel locale, cominciando a passeggiare per la città avvolta ormai da un tenero imbrunire.
Il cielo plumbeo allungava le ombre dei palazzi più alti e lasciava un alone tra l'azzurro e il lillà sui vetri.
Dopo un po' la ragazza era giunta davanti alla sede della Fum Soft.
E quasi senza accorgersene si ritrovò al suo interno.
Una delle segretarie la condusse in una stanza illuminata solo da monitor e qualche schermo al plasma.
Qui vi era una donna.
“Puoi andare...” disse alla segretaria “... prego, si avvicini...” rivolgendosi poi a Talia “... io sono Dilda e sono qui per lei, per i suoi sogni... me ne parli... di tutti quelli che vuol trovare ad Afravalone...”