Ero lì, ancora attraversata da quelle fredde lame di luce, davanti alla finestra, quando improvvisamente udii dei rumori giungere dal cortile e mi ridestai immediatamente.
Possibile fosse giunto qualcuno, in questo luogo freddo, solitario e dimenticato?
Subito mi affacciai alla finestra e maledissi di non poter sentire battere il cuore in petto, perché se avesse potuto, di certo, avrebbe palpitato.
Forte, fino all'impazzata.
"Atanasia! Vieni a vedere! Chissà chi c'è lì fuori!" esclamai speranzosa, mentre la mia voce impalpabile risuonava argentina nell'ambiente, simile a tocchi di coltello su un bicchiere di cristallo.
Atanasia era una piccola fata, che sembrava tanto evanescente e delicata tanto da sembrare composta da infinidesimali perle di brina.
L'unica mia compagnia in questa eterna solitudine.
Inviato dal mio E506 utilizzando Tapatalk