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Vecchio 05-05-2017, 08.53.29   #4
Nyoko
Cittadino di Camelot
 
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Nyoko sarà presto famoso
Le sbarre di una gabbia mi accolgono la mattina appena sveglia. Sono le stesse da quando ho memoria. Mi metto a sedere osservando l'esterno con occhi stanchi e ancora ristretti in una fessura. Chissà dove siamo adesso? Che ore sono e quando inizierà il prossimo spettacolo? Mi alzo e mi sistemo i lunghi capelli bianchi, la ragione per cui sono qui, rinchiusa in uno zoo che gira il mondo. La vecchia strega fallita che mi ha cresciuto, mi ha ritenuto l'apice bellezza fra tutte le sue creature che, grazie ad un tocco di magia illusoria, appaiono ancora più spettacolari. Come Ghira, una ragazza a due teste che grazie alla magia è diventata con tre teste. O Zuko, un ragazzo reso estremamente peloso sempre con la medesima magia. Tutti qui, compresa me, siamo stati avvolti da un piccolo incantesimo, che svanirebbe se uscissimo dalla gabbia. Io, data la rarità dei miei capelli e il pallore della mia pelle, sono stata trasformata in un unicorno umano, ma oltre al corno e alle orecchie lunghe, non ho nulla di magico.
Dopo aver indossato il mio abito per gli spettacoli, mi affaccio alle sbarre, guardando i miei compagni. La vecchia strega, che tutti chiamavano "Babaluci", stava facendo il suo consueto giro di controllo, per rinnovare gli incantesimi o rimproverare qualche tentativo di fuga che spesso avveniva. Io ero fra i veterani della compagnia, arrivata in essa alla tenera età di 5 anni.
"Non ti vuole nessuno per quella che sei" furono le prime parole che mi disse Babaluci.
"Sei più apprezzata qui con me che fra la tua gente. Ti ho fatto un favore a portati via da lì."
Mi ero rassegnata all'idea di essere solo un fenomeno da baraccone e nulla più. Della mia gente non avevo alcun ricordo, tranne un bellissimo medaglione blu che portavo sempre con me
Con esso mi aiutavo a sorridere e ad esibirmi. Il mio spettacolo consisteva nell'apparire al pubblico come una innocente ma pericolosa creatura, che come potevo dare gioia, potevo anche dare dolore e frustrazione.
"Ammirate l'ultimo unicorno" era la parola d'ordine a dare il via allo spettacolo, e ormai sapevo a perfezione ogni mossa. Ma al di là dello spettacolo, io ero Astral, ragazza curiosa e un po' troppo vivace per assomigliare ad una solenne creatura delle foreste. Tuttavia, non potevo smettere di fare "l'unicorno", ero cresciuto in quel modo, fossi uscita dalla gabbia, sarebbe cambiato solo il mio aspetto. Eppure, non manca il desiderio di uscire da lì, esplorare il mondo in modo diverso da come ho sempre fatto, conoscere nuove cose, ma soprattutto... Ritrovare i miei genitori, la mia gente.
"Chissà se anche loro hanno i capelli bianchi come i miei?" pensavo ogni volta che accarezzavo quel medaglione.
"Forse un giorno li rivedrò..." mi dicevo sorridendo. Babaluci era ormai giunta alla mia gabbia. Come sempre la salutai con dolcezza e rispetto. Non odiavo quella donna per come mi trattava (piuttosto bene, oserei dire) più che altro non le perdonavo di avermi strappato via alla mia famiglia.
Ogni giorno la meta era diversa ed io non ne conoscevo mai il nome. Chissà, quindi, a quali spettatori dovrò esibirmi oggi? Sorrisi un po' con fatica e mi lasciai scrutare dalla vecchia Babaluci che, sorridente, mi riempiva dei soliti complimenti. Ero bella? Forse per la fantasia della gente, lo ero davvero. Ma come persona reale? Questo non sapevo dirlo, poiché nessuno, oltre me stessa, aveva avuto modo di vedere la vera me.

Si alza il sipario, la gente arriva da tutte le parti, inizia lo spettacolo.

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What I've done, I'll face myself, to cross out what I've become, erase myself, and let go of what I've done.

Ultima modifica di Nyoko : 05-05-2017 alle ore 13.11.11.
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