Discussione: Il Giglio Verde
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 01-09-2011, 05.39.21   #64
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
Registrazione: 04-06-2008
Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
Messaggi: 51,903
Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Il carrozzone aveva fatto il suo ingresso nella cittadina e subito le stradine di Cardien si riempirono di ragazzini, viandanti, mendicanti, curiosi ed ogni altra varietà di individui che animava quel luogo.
I più giovani accoglievano festosi l’arrivo di quella compagnia di venditori di sogni, come amava definire tutti loro il vecchio Essien, mentre i più anziani, ancora legati a quell’antico ed ingiustificato astio verso il mestiere degli attori, si mostravano perlopiù infastiditi o, nella migliore delle ipotesi, indifferenti a quei nuovi arrivati.
“Non è il nuovo regime a rendere liberi tutti loro, ragazza mia.” Fece Essien voltandosi verso Talia. “Ma è la nostra arte che rende liberi. Liberi noi di forgiare sogni e liberi tutti loro” indicando la gente che li circondava “di seguirci a cavallo di quei sogni.”
“Perdonate, buonuomo…” chiese poi con forzato candore ad un passante “… potreste indicarci un luogo in cui poter sostare col nostro carrozzone e dove far riposare i nostri cavalli?”
“Il demanio regio è stato tutto requisito” rispose il passante “e tutta la terra libera che vedete appartiene allo stato. Ma è severamente vietato prenderne possesso, per via delle ultime leggi contro la proprietà pubblica emanate dal governo.”
“Mi parlate di leggi e norme, mio buon Demifone, ma noi siamo attori, non notai o funzionari repubblicani.” Replicò Essien. “Noi ci accontentiamo del poco e ci facciamo bastare il minimo per tirare avanti. Non correrete alcun rischio con noi, per il semplice motivo che siamo troppo svegli per mettere in forse la nostra libertà, decidendo di prendere della terra per stanziarci qui o altrove!”
“Come mi avete chiamato?” Domandò stupito il passante che, ad occhio e croce, aveva la stessa cultura del cavallo che il vecchio capocomico montava in quel momento.
“Demifone, amico mio!” Rispose accomodandosi la barba Essien e assumendo la sua solita aria di insopportabile Pigmalione quando annusava la possibilità di dar libero sfogo al suo ammuffito sapere di carattere scolastico. “Un celebre personaggio di una commedia di Tito Maccio Plauto!”
“E chi sarebbero costoro?” Chiese sempre più turbato il passante. “Altri attori come voi?”
“Per Giove!” Esclamò Essien. “Vi state di certo prendendo gioco di me, amico mio!”
“Proseguiamo oltre, Essien.” Disse all’improvviso l’uomo che guidava il carrozzone, l’unico della compagnia, ricorderete, che indossava la maschera anche quando non recitava. “Troveremo senz’altro uno spiazzo da qualche parte. I cavalli sono stanchi ed io sono più nervoso del solito.”
Il capocomico annuì, conoscendo bene l’umore del suo insofferente amico e di come bastasse un nonnulla per scatenare la sua indole di noto attaccabrighe e testa calda.
La compagnia allora riprese a camminare, fino a quando raggiunse la fine della cittadina, in un ampio spiazzo isolato e ben protetto da alcuni cipressi.
In quel posto la compagnia itinerante subito mise le tende.
Cominciarono così i preparativi per metter su un sipario d’occasione per le loro prove.
Erano tutti animati da un’aria di gaiezza e spensieratezza.
Motteggiavano e scherzavano sull’incertezza che caratterizzava la loro romanzesca e avventurosa vita di artisti itineranti.
Forse davvero, come amava dire spesso il vecchio Essien, appartenevano ad un mondo diverso, lontano dal grigiore e dall’anonimato della realtà circostante.
“Alla locanda di Chinon è stata solo una ragazzata” fece Renart avvicinandosi nuovamente a Talia “ed un po’ è stata anche colpa tua…” sorrise “… colpa tua di e quell’abito rosa e giallino che avevi indosso quel giorno… quanto alla signorina di Epuissey, della quale a stento oggi ricordo il viso, fu lei che suscitò le ire di quello sciocco del suo innamorato, visto che non fece altro che fissarmi per tutta la mattinata.”
“Avanti, amici miei!” Esclamò Essien. “Basta poltrire! Cominciamo le prove, così da poter offrire al più presto il nostro estro a questa gente! Su, ognuno indossi il proprio costume e metta la propria maschera… si comincia!”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Guisgard non è connesso