Discussione: La Gioia dei Taddei
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 23-03-2011, 00.28.41   #9
Talia
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Talia
Registrazione: 08-04-2010
Residenza: Ignota ai più
Messaggi: 2,235
Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
La carrozza procedeva lenta sull’ampia strada, mentre il suo andamento ondeggiante e regolare trasportava il flusso dei miei pensieri.
Mi sentivo come se tutta la mia infanzia, ogni giorno che avevo vissuto, ogni mia singola azione o desiderio mi avessero portata in quella direzione e verso quel destino... ogni minima cosa mi aveva preparata a quel giorno, ogni istante della mia vita era stato propedeutico a quell’unico evento focale... ed ora, finalmente, ero lì! Quel giorno era arrivato e tra poco avrei finalmente coronato quel sogno! Tra poco lo avrei incontrato, avrei potuto guardare i suoi occhi davvero e non attraverso una tela, tra poco avrei potuto udire la sua voce per la prima volta... quella voce che tante e tante volte avevo sognato. Ero felice e preoccupata allo stesso tempo, ero ansiosa.
Per l’ennesima volta sfiorai con le dita il prezioso medaglione che avevo al collo e feci scattare l’ingegnoso meccanismo, il quale aprendosi mostrò la ricca miniatura che vi avevo fatto inserire... una miniatura che era la copia fedele di quell’amato ritratto, una miniatura che mi aveva permesso di portare sempre con me quell’immagine, di portarla sul cuore, e di poterla ammirare ogni qualvolta l’avessi desiderato.
Il medaglione si aprì dunque e io tornai a fissare quel volto... il ritratto originale era rimasto alla mia famiglia, insieme ad un ritratto mio, e per quel viaggio niente altro che quella miniatura avevo da ammirare... ma non mi dispiaceva perché di lì a poco lo avrei incontrato, l’oggetto di tutto il mio amore, e nessun ritratto sarebbe servito più.
Sospirai e distrattamente spostai una mano di lato, sul seggiolino, dove Pascal dormiva placidamente, acciambellato. Pascal era l’unico amico che mi era stato concesso di portare con me... tutto il resto, l’anziano balivo che mi sedeva di fronte, sì come il resto del seguito nelle altre carrozze, era stato interamente composto per me dal mio futuro sposo, che li aveva mandati a prendermi con tutti gli onori...
O almeno questo era ciò che mi era stato detto.
In un primo tempo, per la verità, mi era parsa strana tutta quella fretta... avevo passato anni ed anni senza alcuna certezza se non quella che un giorno il mio promesso sarebbe giunto a prendermi e mi avrebbe portata via con sé. Non sapevo niente di lui, possedevo soltanto quel ritratto che i miei occhi avevano rischiato di consumare per quante volte lo avevano ammirato e rimirato... mi ero innamorata di quel ritratto e con il tempo avevo iniziato a parlargli, avevo iniziato a sognarlo... lo avevo immaginato giungere a corte su di un cavallo bianco, meraviglioso nella sua cotta lucente da cavaliere...
E invece non era stato così.
Nessun segno da lui, neanche un messaggio... finché non era improvvisamente arrivato quell’anziano funzionario alla testa di quel piccolo ma regale seguito, aveva chiesto di parlare urgentemente con mio padre e in due giorni avevano preparato la mia immediata partenza.
Non avevo ricevuto spiegazioni o chiarimenti e non avevo compreso la tristezza negli occhi di mia madre, che mi avevano seguita finché la carrozza non aveva voltato l’angolo.
Continuai a carezzare piano Pascal, grattandolo di tanto in tanto dietro le orecchie... lui non si mosse e non aprì neanche un occhio, ma iniziò sonoramente a fare le fusa.
Non avevo ricevuto neanche una risposta alle mie mille domande, era vero, ma in fin dei conti non mi importava... continuavo a fissare quella miniatura con un imperituro sorriso sulle labbra perché ogni mia gioia era racchiusa in quella miniatura, ogni mio sogno era nato fissando quel volto e ogni mio desiderio lo riguardava. Da sempre!
E mi ero convinta che presto lui stesso mi avrebbe fornito le risposte che desideravo.
Mi ero convinta che, quando lui fosse stato vicino a me, non avrei più avuto bisogno di nessuna risposta.
“Milady, ci siamo quasi...” disse ad un tratto l’anziano funzionario, destandomi dai miei pensieri “Guardate! Laggiù, su quell’altura, potete scorgere la città in cui siamo diretti!”
Sollevai così gli occhi e li spinsi fuori dal finestrino... il sole rischiarava l’aria in quella fresca mattina e rendeva il paesaggio di una luminosità disarmante. La campagna correva tutto intorno con mille colori e profumi, udivo il canto della natura intorno a me che si accordava con il canto della mia anima... ogni cosa era perfetta. Ed in fondo al paesaggio, come un niveo fiore sulla cima di quella piccola altura, si ergevano le candide mura della città...
Sussultai alla vista, balzai in piedi e mi protesi quasi fuori dal finestrino della carrozza, quasi a volerla raggiungere prima...
“Così queste sono le sue terre?” chiesi con un filo di voce.
“Qui è dove lo incontrerete!” mi rispose concisamente il balivo.
Gli sorrisi appena, poi tornai a guardare fuori...
Mai era stata tanto felice e tanto agitata, mai ero stata tanto eccitata e spaventata allo stesso tempo!

Pascal saltò silenziosamente sul davanzale e prese a strusciarsi contro la mia mano, nel disperato tentativo di attirare la mia attenzione.
Questo mi riscosse da quel ricordo.
Erano passati non più che pochi mesi dal quel giorno, il giorno in cui tutto era iniziato... ma quante cose erano cambiate!
Lanciai un’ultima occhiata fuori dalla finestra, oltre la quale la pesante pioggia si stava infittendo sempre più, rendendo il paesaggio sempre più grigio e tetro... tetro come il mio umore.
Presi allora il gatto in braccio e voltai le spalle alla finestra...
“Quanti sogni infranti, Pascal!” mormorai accarezzandolo, mentre andavo a sedermi su di un’ampia poltrona dall’altra parte della stanza “Quante delusioni, quanti desideri disattesi... perché, Pascal? Perché?”
Lui si sistemò sulle mie ginocchia, restando a fissarmi con quei suoi vividi occhi verdi che sembravano quasi volermi leggere dentro.
Distrattamente le mie dita scivolarono lungo la sottile collana che portavo al collo, fino a quel medaglione... lo presi tra le mani, feci scattare il meccanismo e fissai per l’ennesima volta quel volto nella miniatura.
Sospirai.
__________________
** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

Talia non è connesso