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Vecchio 30-08-2012, 03.16.57   #3148
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Fin Roma fissò Talia e sorrise lievemente.
Poi cominciò ad accarezzare lo strumento musicale che aveva con sé.
“Chi sono...” disse “... forse tante cose, o forse niente... forse sono un volto intravisto di sfuggita tra la folla e chiamato ad impersonare uno dei tanti chierici vaganti, uno di quegli allegri menestrelli o forse solo un giullare di se stesso... posseggo solo il mio nome, che mi fu dato da mio Padre e con il quale Egli mi chiama durante certe sere d'Inverno per farsi allietare dal mio canto... conoscete il mio nome, milady... e non vi occorre altro...”

“Ti disturbo, mio signore?” Chiese Talia avvicinandosi a Guisgard, intento a scrivere alcune cose su un foglio di carta. “Che fai di bello?”
“Mi manca un ultimo personaggio per la recita che organizzano i monaci...”
“Quale?” Domandò lei.
“Non so... un personaggio speciale...”
“Cioè?”
“Un menestrello...” rispose lui “... ma che in realtà rappresenti, anzi, personifichi qualcosa...”
“Cosa?”
“Messer Amore...” mormorò lui “... ma voglio dargli un nome speciale...”
“Messer Amore non va bene?”
“No, vorrei qualcosa di particolare...” spiegò lui “... qualcosa che ne descrivi le sue meraviglie... come... si, ad esempio, come l'Amor Cortese... ma detto così non suona bene come nome...”
“Allora scrivilo in un altro modo.” Disse lei.
“E come?”
“Non so, che suoni in maniera più musicale.” Rispose lei. “Scrivilo in francese.”
“Non conosco il francese...”
“Un Lancillotto che non conosce la sua lingua madre!” Esclamò divertita lei. “Che vergogna!”
“Spiritosa!”
Lei allora rise, per poi avvicinarsi ancor più e sussurrargli all'orecchio quella cosa in francese.

Quel ricordo durò un attimo, poi, destandosi, Talia non avvertì più la presenza del menestrello.
Ma prima che potesse dire qualcosa, Guisgard le si avvicinò, approfittando che gli altri si erano allontanati.
“Forse è giunto il momento di ripartire, Talia...” disse il cavaliere, fissandola negli occhi “... ma forse il menestrello ha ragione, quando dice che presto i Cavalieri della Luna Nascente ritorneranno e ricominceranno a darci la caccia senza tregua... e noi non abbiamo più molto tempo per fuggire, visto che l'anno di tempo, concessomi dalla regina Chiarore Azzurra per trovare il Fiore, pende su di noi come una Spada di Damocle...” la sua voce si fece incerta e tremante “... ed io... io non posso esporti a questi rischi e a questi pericoli... forse, come dice il menestrello, c'è un solo modo per liberarci di quei Cavalieri, un solo modo per strapparti ai loro piani, a quel giuramento che sembra volerti destinare ad un'esistenza lontana da qui... lontana da me...” strinse le mani di lei “... ma io non voglio... non voglio che tu sia mia solo per un compromesso, solo per strapparti ad un giuramento imposto con la forza... io...” chiuse gli occhi come a voler cercare la forza dentro di se “... io” riaprendoli e facendoli sprofondare in quelli di lei “ho sofferto e sopportato di tutto pur di averti con me, di starti vicino... mi sono inimicato gli uomini e le loro istituzioni... e forse anche il Cielo... ho finto di dormire in quelle notti inquiete quando tu invece riposavi serena accanto a me, senza poterti mai toccare, mai accarezzare, mai baciare... fingermi tuo fratello, tuo amico, in questo insopportabile gioco fatto di ruoli e di recite è forse la cosa più terribile che ci sia, ben peggiore della vergogna e della morte destinatemi da quei Cavalieri... eppure, ho sopportato tutto solo per averti accanto... già, averti con me, eppure mai veramente nel mio cuore... ma ora... ora io non posso accettare anche questo... non posso fare come mi ha suggerito il menestrello e come mi consiglia il buon senso... non posso e non voglio indossare un'altra maschera e giurare davanti a Dio, pur sapendo che non sarai mai mia, che non riuscirò mai a conquistarti, a farti innamorare di me... sapendo che, per quante parole io potrò strappare alla terra e al Cielo, non riuscirò comunque ad avere il tuo amore per me...” esitò e ormai la sua voce era rotta “... perchè, Talia... io ti amo... ti amo di un amore infinito, infaticabile, inclemente... un amore che arde e mi consuma giorno dopo giorno, notte dopo notte... io ti amo da sempre... sin da quando, fanciullo, giunsi al Casale... io ti amo di un amore vero e che rinnega questi inganni, questi giochi e queste finzioni... un amore non fatto d'aria e di parole, ma di respiro, di sangue e di anima... io ti amo, Talia... e ti amerò per sempre...” i suoi occhi azzurri erano ormai diventati vermigli e calde lacrime rigavano il suo volto “... si, per sempre... perchè a questo mondo esistono le cose eterne... ed eterno è il mio amore per te... come eterna, lo so, è la mia maledizione perchè non ti avrò mai...” accarezzò il volto di lei “... perdonami... ma ora non ho la forza di lasciarti...” e la baciò con passione.
Con un bacio lungo come la sofferenza di questi lenti anni e intenso, come i battiti del suo cuore che sembrava scoppiargli nel petto.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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