Sorrisi alla sua battuta. Probabilmente la febbre gli faceva vedere le cose distorte, anche se mi faceva piacere sentirmi voluta da lui. "Quel tizio?" Dissi come se me ne fosso dimenticata. In realtà il suo volto era vivido nella mia mente e sì che mi aveva dato noie. Lo guardai col mio solito volto di sofferenza nascosta, lui lo conosceva bene. Non volevo farglielo sapere nelle sue condizioni, ma mi sembrò così preoccupato e premuroso. "Ecco..." dissi titubante spingendo gli occhi altrove. "Beh... L'ho incontrato all'università..." dissi solo. Non volevo entrare nel particolare facendolo allarmare ulteriormente.
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What I've done, I'll face myself, to cross out what I've become, erase myself, and let go of what I've done.
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