L'uomo mascherato guardò Gaynor con il suo sguardo azzurro ed inquieto per un lungo istante.
“Basta dunque” disse “un uomo bellissimo per far diventare debole una donna?” Senza che i suoi occhi tradirono emozioni. “Stanotte tornerò... anche solo per vedere se tutto è apposto... come detto, non farò mai nulla contro la tua volontà.” Ed uscì.
Lasciò così la ragazza da sola in quella stanza, tra lenzuola fresche e profumate e con indosso quell'abito sensuale.
Poco dopo, si addormentò.
Era stesa su quel letto, nel suo abito nero, quando la porta si aprì.
Entrarono alcune figure, una di cui seduta dall'aspetto grottesco e repellente.
Quest'ultima si avvicinò al letto e guardandola assunse un'espressione di dolore.
“Oh...” mormorò con la sua voce stridula “... che capelli lisci... morbidi... chiari... sono come raggi di Sole... e sono vita... si...” annuì “... si, ho bisogno di lei... lei placherà la maledizione... soddisferà la condanna dell'Abate... ed io sarà libero...”
Un attimo dopo Gaynor si svegliò.
Era ancora sola.
Ma l'immagine grottesca del sogno non sembrava volerla abbandonare.