Osservavo la scena sorridendo, ero felice di essere riuscita a convincerlo, e non vedevo l'ora di iniziare a provare la macchina insieme, ero sicura che avremmo raggiunto grandissimi risultati con lui nella squadra.
E poi dovevo ammettere che mi piaceva l'idea di poter stare ancora con lui, e mi ritrovai a pensare a quella cena che mi aveva proposto, di sua spontanea volontà, anche se non sapeva cucinare.
Lo guardai poi perplessa tirare di nuovo fuori il telefono.
Chi lo cercava con così tanta insistenza?
Parlò di un vecchio amico e, sospirai di sollievo.
Perchè, cosa pensavi?
Dopotutto ha detto anche lui che non sopporta le donne insistenti, che rincorrono gli uomini.
A te che importa? Tanto sei solo una macchina...
Scossi la testa piano, per allontanare quei pensieri.
Non avrei dovuto dirglielo, pensai, ma infondo non sarebbe rimasto.
Eppure mi mancava il modo in cui mi guardava quando eravamo soli, e pensava fossi una ragazza.
Ora avevo perso per sempre quello sguardo.
Ma poi mi guardò, e mi disse che sarebbe tornato.
Allora il mio sguardo fu attraversato da un filo di speranza.
"Torna presto..." dissi piano, quasi avessi paura, abbozzando un leggero sorriso.
Poi se ne andò e io e gli altri restammo soli.
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