Lingue che si intrecciavano, mani che toccavano, corpi che si strusciavano l'uno contro l'altro... i minuti passarono sopra questo caldo gioco, fino a quando lui parlò e ciò che disse fu come una doccia gelata.
"Il tuo padrone? Come sarebbe a dire, non sei tu il capo? Mi hai dunque presa per darmi in pasto a chissà quale altro pazzo maniaco..."
Calde lacrime cominciarono a scorrere sulle mie guance, mentre lo allontanavo da me con tutte le forze che avevo. Avevo ceduto ai sensi turbati dal fascino ambiguo di quell'uomo, solo per poi scoprire di essere destinata alle voglie di chissà chi.
"Averti chiamato canaglia è stato un complimento..." dissi tra le lacrime "Sei nient'altro che feccia e della peggior specie..."
Avrei voluto continuare ad insultarlo a vita, ma mi interruppi udendo dei passi provenire da fuori.
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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