Gaynor uscì dal bagno col indosso il suo nuovo abito.
Era nero, sensuale, elegante ma molto semplice.
Un abito che avvolgeva e disegnava le morbide forme di Gaynor.
Lui era steso sul letto e nel vederla uscire dal bagno così vestita restò a guardarla a lungo.
“Sei bellissima...” disse, per poi alzarsi ed avvicinarsi a lei “... si, bellissima... ma immagino che il giudizio di una canaglia non conti nulla, no?” Guardandola negli occhi.
Allora, all'improvviso, quasi vinto da una forza, un impeto che sembrava aver trattenuto fino a quel momento, come se stare lì e resistere alla sua bellezza fosse stato uno sforzo inimmaginabile, la afferrò per le braccia, scuotendola con furore.
“Ascoltami...” vicinissimo al suo bel viso “... stai scherzando col fuoco, sai? Sei qui a darmi della canaglia, del vile, come se fossi l'ultimo dei carcerieri... cosa credi? Potrei farti tirare via la lingua, sai? Frustarti fino a farti gridare pietà... fino a farti implorare clemenza... fino a farti gridare che mi vuoi...” tenendola stretta contro di sé, contro il suo corpo “... sei una schiava ed io ti sto facendo trattare da regina... dovresti temermi, o almeno ringraziare...” con i suoi occhi azzurri in quelli di lei “... ora sei sotto la mia custodia... sei mia per ora, chiaro?” E ad un tratto la baciò.
La baciò con ardore, passione.
Un bacio profondo, fatto di labbra calde ed umide.
La baciò a lungo, tenendola imprigionata contro il suo corpo virile.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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