“No, ecco la stanza...” disse Iasevol indicando una porta chiusa a Clio, ancora scossa per quelle inspiegabili immagini.
Entrarono e lo scienziato fece cenno alla ragazza di sedersi.
Lo stesso fece lui alla scrivania che occupava buona parte della parete opposta alla porta.
“Fatelo entrare, per favore.” Iasevol schiacciando un pulsante sulla tastiera telefonica.
“Si, dottore.” Una voce femminile dal telefono.
Un attimo dopo entrò Tyson.
Ma non era solo.
Con lui c'era infatti un giovane uomo, dall'espressione indifferente, quasi apatica ed uno sguardo azzurro freddo ed impenetrabile.
“Prego, si sieda...” Iasevol a lui.
“Grazie.” Annuì quello con un sorriso di circostanza. “Posso avere una sigaretta?”
Iasevol annuì e Tyson gli diede una sigaretta.
“Puoi andare, grazie.” Lo scienziato a Tyson che subito uscì.
L'uomo dagli occhi azzurri allora guardò Iasevol, poi Clio ed infine di nuovo lo scienziato.
“Prima o poi ci arriverò anche io...” disse poi accendendosi la sigaretta “... ma mi piacerebbe sapere perchè mi trovo qui...”