Richiusi la porta alle mie spalle con un brivido. Aveva rinfrescato parecchio e scendere a buttare la spazzatura con le braccia scoperte era stata una pessima idea. Mi rinfrancai col tepore della casa, nella cucina dove ancora si sentiva la calda scia del forno che aveva ospitato la nostra cena.
Spensi la tv, volevo solo andare a letto dopo una giornata piena. Andai in bagno a lavarmi i denti, osservando il mio viso nello specchio. C'erano i segni della stanchezza, dell'età non più giovanissima, ma soprattutto io riuscivo a scorgere i segni della noia, della vita che scorre sempre uguale, che ti rende gli occhi opachi e ti spegne il sorriso. Mi asciugai la bocca e andai nella cameretta, guardando le due testoline rosse che dormivano vicine. Nei momenti di sconforto, era dalle mie bambine che traevo la forza per riprendermi, pensando che dopotutto qualcosa di buono lo avevo fatto anche io.
Peccato però che non sempre questo riuscisse a consolarmi... Il mio matrimonio era stato un fallimento, creando in me un perenne stato di insoddisfazione. Il divorzio era stato inevitabile e non mi aveva abbattuta più di tanto, ma la totale assenza d'Amore nella mia vita mi pesava come un macigno. Ero una madre, ma avevo smesso di essere una donna da molti anni.
Mi chinai a baciare la fronte delle bimbe e andai nella mia camera, mettendomi a letto.

Sul comodino avevo un romanzo di Agatha Christie, ma lo avrei letto dopo. Presi prima il cellulare, cercando qualche tizia in rete. Una di esse attirò la mia attenzione poiché era cronaca locale... un'incidente sull'Asse Mediano, a pochi chilometri da casa mia. Da quel che si leggeva, una ragazza in bicicletta era stata letteralmente spiaccicata contro il guardrail da un'auto pirata, mentre i suo compagno era stato sbalzato giù dal cavalcavia, precipitando di sotto e morendo sul colpo. Un brivido d'orrore mi corse lungo la schiena... la ragazza aveva fatto una morte orrenda, strisciata lungo il guardrail per diversi metri. Era una dinamica strana per un incidente... quale auto che a velocità impatta un corpo estraneo se lo trascina dietro invece di sterzare e poi non contento ne investe un altro? O l'autista era talmente ubriaco da non riuscire a gestire l'auto oppure non si trattava di un incidente, bensì di omicidio volontario. Quest'ultima ipotesi mi fece rabbrividire di nuovo... la violenza stava dilagando come un fiume in piena e la vita umana per certi individui valeva meno di un taddeo.
Disgustata da ciò che avevo appena letto, cliccai sulla pagina successiva, sperando in qualche notizia più allegra.
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