La foresta di spine.
Era arrivato lì.
Non era da tutti arrivarci.
Era una prova molto dura, perché un movimento sbagliato e potevi venire ferito gravemente, o comunque portarti dietro una ferita che ti avrebbe accompagnato fino alla vetta.
Ci sarebbe riuscito?
Ma quello che vidi mi scioccò quanto nient'altro al mondo.
Cos'era quella?
Una scia di luce.
Eppure non è che non si vedesse.
Ma no, non poteva essere, dato che la luce che portava era fioca infondo.
Poi compresi, e sbiancai.
Lo vidi tagliare letteralmente la foresta di rovi.
Il ferro cadere sotto quella luce come fosse burro.
Che cosa potevo io contro una simile forza?
La foresta è buia e fitta.
Non sono alberi, non ci sono fiori, ma solo ferro.
Un intricato insieme di spuntoni affilati che potrebbe tagliarti in un istante.
Ma quello che accadde in quel cunicolo, aveva dell'impossibile.
Quella spada tagliava il ferro come fosse docile e malleabile burro.
Avanzava, facendosi strada come un cacciatore con l'accetta in mezzo ad alberi nuovi.
E quando alla fine vinse la foresta di spine, si ritrovò in un androne.
L'aria era più respirabile, ma solo leggermente.
Il buio era ancora intenso.
E qui, la beffa.
Ancora una scelta.
Come all'inizio.
Dopo tutto quello, dopo le insidie, le trappole, gli imprevisti.
Ancora, candidamente, tre corridoi, bui.
Stavolta non si intravedevano cunicoli, né niente.
Solo buio.
Buio intenso
Presi un profondo respiro, ancora scioccata per la strada, e lo seguii ancora una volta.
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