Discussione: Il Tropico Lunare
Visualizza messaggio singolo
Vecchio 07-09-2016, 00.18.27   #1296
Clio
Disattivato
 
L'avatar di Clio
Registrazione: 16-09-2012
Residenza: Mediolanvm
Messaggi: 8,176
Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Giusi nella sala del Cuore.
Molti pensieri mi avevano accompagnato in quella lunga salita, ma uno sopra di tutti.
Uno particolare, unico.
Il giorno magico.
Il giorno in cui tutto era iniziato.
E in quei giorni, ora che ci pensavo, ricorreva l'anniversario.

Avevo aspettato tanto quel giorno.
Lo avevo aspettato fin da quando avevo memoria.
Mi ero preparata a lungo, mentalmente e fisicamente, avevo imparato a combattere con ogni arma e a mani nude.
Avevo studiato, avevo imparato tutto quello che c'era da sapere.
Tutto per quel giorno che avrebbe deciso il mio destino.
La custode ormai stava per compiere 30 anni, e una nuova custode sarebbe sorta in quei giorni.
Io appartenevo al gruppo "Loto" ragazze che andavano dai 15 ai 18 anni.
A noi sarebbe toccato sostituire la custode Briseide, che stava appunto per compiere 30 anni.
Prima di lei c'era stata Alcesti, e prima ancora.. non ricordavo il suo nome in quel momento.
Ma ora non importava.
Quello era il grande giorno, e quella l'ora decisiva.
Non era facile diventare guardiana, non lo era affatto.
Oltre all'allenamento di tutti quegli anni, c'erano le prove, l'ultima e impossibile prova.
Solo una di noi sarebbe rimasta.
Non si torna indietro.
Come un semplice sfidante, un'aspirante guardiana deve superare le tre prove della torre.
Dapprima c'è da superare il labirinto della sofferenza, un turbinio di cunicoli così stretti che ogni passo è difficoltoso, disseminato di trappole come arpioni che escono dai muri, pavimenti che cedono e reti inestricabili di rovi, il tutto fatto apposta per farti perdere l'orientamento e il senno.
Se riesci a uscire dal labirinto ti ritroverai davanti ad un'enorme porta chiusa.
Per riuscire ad aprirla, dovrai decifrare l'enigma delle fiere selvagge, così chiamato perché hai un giorno di tempo, dopodiché le fiere usciranno dai loro nascondigli facendo scempio delle tue carni.
L'enigma è diverso per ciascuno, le sacerdotesse ne inventano a centinaia per poi sottoporne uno ai malcapitati sfidanti.
Se anche questo enigma riuscirai a risolvere, e la porta si aprirà davanti a te, ti troverai davanti un'infinita scalinata che porta alla cima della torre.
Allora penserai che il peggio sia passato, che dopo il labirinto e l'enigma, quella sia una passeggiata.
Ma guarda bene quei gradini, sono in salita.
Ed in salita è il tuo cammino.
Infatti sei finita nel riflesso dello scoramento, uno spazio interamente sotto il dominio del cuore.
Qui non ci saranno né mostri né trappole, né fiere né uncini, ci sarai solo tu.
Sola con le tue paure.
Le tue parure che ti saluteranno, ti accompagneranno in quella salita, facendo ciò che sanno fare meglio.
Ovvero trascinandoti verso il basso.
Vedrai le tue paure materializzarsi davanti a te, e non ci saranno armi che potrai usare né pugni che potrai dare.
Sarete soli, tu e loro.
E loro ti conoscono meglio di chiunque altro.
Ma nessuno, a parte te, sa come sconfiggere.
Se ci riuscirai, se supererai questa prova, ti ritroverai nell'androne dei trofei, un'immensa balconata a strapiombo sulla torre dove sono appese ai muri le armi di tutti quelli che ti hanno preceduto.
Le armi degli sfidanti che sono morti per mano della guardiana.
Anche loro erano giunti fin qui, anche loro avevano superato le prove.
Per niente.
E io, come centinaia di di sfidanti e guardiane prima di me, ce l'avevo fatta.
Ce l'avevo fatta, ero arrivata in cima.
Ero stanca e provata, ero esausta.
Eppure non potevo fermarmi, non potevo esitare, il mio destino si decideva quel giorno.
Il mio destino era ancora nelle mie mani, ancora per poco.
Ero lì, davanti al grande portone che dava sulla stanza del Cuore.
Il Cuore.
Tutti quegli sforzi, tutti quegli anni, solo per lui.
L'unica cosa per cui valeva la pena lottare, l'unica cosa che conoscevo.
Dicevano che il cuore già sa chi sarà la sua guardiana.
Fin da quando viene al mondo.
Dicono che visiti i tuoi sogni e ti guidi in ogni scelta.
Ma alla mia domanda sul perché allora fosse così importante allenarci avevo ricevuto solo un bel ceffone.
Eppure ora ero lì, finalmente.
Avevo superato le tre prove, ora mi restava quella più importante, più difficile: sconfiggere il Lupo Bianco.
Solo chi potrà sconfiggere il Lupo potrà diventarlo, questa è la regola.
E io lo vidi, imponente e bellissimo che mi guardava con quegli occhi azzurri e intensi.
Fu un combattimento strano, un combattimento diverso, un combattimento in cui dovetti dare tutta me stessa.
Ma non bastava, dovetti dare molto di più di quello, dovetti dare la mia anima, il mio cuore, ogni forza del mio essere.
E la mia volontà, sopra di tutto la mia volontà.
Era quella che mi teneva in lizza, dopotutto potevo fermarmi in qualsiasi momento, potevo cedere e ritirarmi.
Allora la mia vita sarebbe cambiata per sempre, allora mi sarei arresa senza possibilità di tornare indietro.
Ma no, io non lo feci, io non mi arresi, io affrontai il lupo.
Attacco dopo attacco, sfida dopo sfida, colpo dopo colpo, schivata dopo schivata.
Alla fine, riuscii a batterlo.
Il Lupo si fece da parte e mi lasciò entrare, mentre il mio cuore batteva sempre più forte.
Le porte della stanza del Cuore, finalmente si aprirono.
Sentivo il mio cuore accelerare, sempre di più.
Trovai altre tre ragazze lì ad aspettarmi.
Non ero l'unica che aveva superato le prove, non sarei stata nemmeno l'ultima.
Molte erano morte nel tentativo, altre si erano ritirate, accettando la sconfitta.
Le migliori risarcivano ad arrivare nella stanza del Cuore.
Quello che era in mio potere fare, l'avevo fatto.
Ora sarebbe stato solo il Cuore a decidere.
Passarono le ore, e altre due ragazze arrivarono.
Passò un'altra ora, e arrivò il segnale che tutte le aspiranti guardiane, in un modo o nell'altro, avevano finito la loro prova.
Eravamo rimaste in sei, sei ragazze al cospetto del Cuore.
Facemmo un passo avanti e salutammo il Cuore come ci era stato insegnato.
Allora una forte luce si irrorò intorno a noi.
Ci cosparse tutte e sei, ci penetrò, ci attraversò, si impossessò di ogni fibra del nostro essere.
Eravamo come sollevate da terra, immerse in quella luce intensa e audace.
Fu allora che la sentimmo per la prima volta, la forza e la vicinanza del Cuore.
Era il momento della verità.
Ora avrei scoperto se sarei stata degna di lui, o se sarei diventata unicamente un'ancella.
Sì perché è questo che accade a chi non viene scelta.
A chi non supera le prove o semplicemente a chi non è la prescelta del Cuore.
Diventare un'ancella, una silenziosa servitrice del Cuore.
Forzatamente silenziosa, dato ti verrà mozzata la lingua perché tu non possa divulgare ciò che vedi.
È quello il patto per la tua vita, ti verrà permesso di vivere, ti verrà permesso di servire il Cuore, ammesso che tu sia una serva fedele.
Non potrai rivelare nulla ci ciò che vedi negli appartamenti della guardiana, pena la morte.
Non potrai interagire con lei, pena la morte.
Non potrai tradire la guardiana o il Cuore, pena la morte.
Come se non fosse già una punizione abbastanza pesante vivere senza poter parlare.
Ma ora eravamo lì, un istante che decideva la nostra intera esistenza.
Sentii una ragazza cadere a terra: la forza del Cuore era venuta meno in lei.
Non era la guardiana.
Poi un altra, e un'altra ancora.
Finchè non rimanemmo in due.
Il momento decisivo: sentivo un brivido forte lungo la schiena.
Il verdetto finale.
Tutta la mia vita, il mio destino, racchiuse in un istante.
Poi lo sentii: il tonfo.
L'ultima ragazza era caduta a terra, mentre io ancora fluttuavo sospesa dalla forza e dal potere del Cuore.
Non ci credevo.
Ce l'avevo fatta, ero la guardiana.
Tutti uscirono, e io rimasi sola con la custode Briseide che mi sorrideva.
"Benvenuta, mia cara..." il suo tono era gioioso e solenne nello stesso momento.
Tornavo a toccare terra, e la custode arrivò accanto a me, togliendomi gli abiti sporchi con cui avevo affrontato le prove.
Mi aiutò ad indossare l'abito rituale.
Era bianco e leggero, la stoffa più leggiadra che avessi mai incontrato.
Mi guidò nella parte più segreta della torre, dove riposava il Cuore di Giada.
Allora salutai il Cuore come avevo imparato, e lei fece altrettanto, e a quel punto una luce e un potere potentissimi ci invasero, più forte di quanto non fosse accaduto poco prima.
Dapprima ne fummo avvolte entrambe, poi unicamente io.
E la cosa strana fu che tutto quel processo era incredibilmente doloroso.
Più doloroso di quanto mi aspettassi.
Era come se mi stessero togliendo il cuore dal petto.
Alla fine, la luce potente restò accesa soltanto in me, mentre la custode ne era priva, e si inginocchiava in lacrime recitando l'ultima preghiera silenziosa al suo signore.
Poi mi guardò "Tocca a te, bambina mia.." mi incoraggiò con un sorriso triste.
Allora io dopo lunghi istanti in cui quell'energia mi attraversava riuscii finalmente a pronunciare il giuramento rituale.
"Il mio Cuore è il Cuore di Giada..." dissi, con tutto il fiato che avevo, mentre una forte fitta mi attraversava il costato.
"Il mio destino è il destino del Cuore..." continuai, mentre ancora un'altra dolorosa fitta si faceva largo nel mio petto.
"Il padrone del Cuore sarà il mio padrone.." allora delle catene strinsero i mei polsi, i miei piedi e il mio collo.
"Il mio respiro lo renderà vivo, il mio sudore lo renderà forte, la mia morte lo renderà immortale..." continuai, mentre non mi sentivo più padrona di me stessa.
"Il Cuore di Giada è negli occhi del Lupo Bianco, negli occhi del Lupo si specchiano i miei..." continuai.
"Perché io sono il Cuore di Giada..." allargando le braccia, brillando di luce verde per un lungo istante.
Allora non caddi a terra, ma posai dolcemente i miei piedi sul terreno.
Allora nacqui di nuovo: da quel momento era sorta una nuova custode: Clio!


Quanto tempo era passato da allora.
Erano quanti, una decina d'anni?
Com'era diverso il mondo da allora, com'era più confuso e più chiaro contemporaneamente.
E quegli ultimi giorni com'erano stati strani e assurdi, eppure bellissimi e rivelatori.
Mi sentivo diversa, ma non più lontana dal Cuore.
Quindi portai le braccia incrociate al petto, e poi le allungai in avanti nel saluto rituale, ancora una volta.
Com'era meravigliosa quell'energia che mi avvolgeva.
Di una cosa ero sicura: il Cuore era il mio più vero e leale alleato.
Dopotutto lui conosceva il mio cuore meglio di chiunque altro.
Lui conosceva ogni mio pensiero, ogni mio brivido, ogni mio battito.
E sapevo che mi avrebbe appoggiata e amata.
Dopotutto.. la profezia non poteva essere sbucata dal nulla, no?
E ora più che mai speravo si avverasse.

Ultima modifica di Clio : 07-09-2016 alle ore 00.57.26.
Clio non è connesso