Restai a guardarlo sorridendo.
Non feci in tempo a porgergli il telo come facevano le ancelle con me, che l'aveva già preso era uscito dalla vasca.
Restai ad osservare ogni suo movimento.
Poi pensai che forse non dovevo, dopotutto mi aveva detto di voltarmi, che si sarebbe voltato.
Quindi forse c'era qualcosa che io non sapevo.
Come se uomini e donne dovessero nascondersi a vicenda.
Arrossii al pensiero che non sapere niente di come ci si comporta mi poteva portare a fare figuracce colossali.
Probabilmente non sarei sopravvissuta un giorno fuori di lì, nel mondo reale.
Ma non volevo pensarci, eravamo soli e il mondo intero per me era quella stanza.
Volevo assaporare quello strano momento pieno di emozioni e situazioni nuove fino in fondo.
Così quando lui si voltò, slacciai l'abito dietro il collo e lo lasciai cadere a terra, come una lenta carezza di seta sul mio corpo.
Dopodiché entrai in acqua e intrisi la spugna della mia essenza preferita.
L'acqua era calda e rigenerante effettivamente.
"Ecco, puoi voltarti..." ripetei le sue stesse parole, sorridendo.
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