“Ripensandoci” disse Nasan a Gaynor “preferisco dedicarmi alla lettura dei vari documenti e contratti riguardanti sponsor e pubblicità...” sorridendo “... ti lascio quindi alla tua lettura, sicuramente più piacevole della mia.” Annuendo, per poi raggiungere la sua cabina.
Gaynor allora si rilassò coricandosi e prendendo il suo libro.
Trascorsero alcuni minuti, quando iniziò a sentire dei rumori, forse provenienti dal ponte della nave.
Tornò di nuovo il silenzio e poi ancora quegli strani rumori.
Un attimo dopo dall'oblò lasciato aperto a causa del caldo, un'ombra, silenziosa e rapida, entrò nella sua cabina.
Ne entrò poi un'altra ed un'altra ancora.
Circondarono il letto della bella diva e prima che potesse gridare o tentare di difendersi una di quelle la immobilizzò, fino a farle perdere i sensi.
Poi solo il buio.
E quando Gaynor riaprì gli occhi tutto era mutato attorno a lei, come fosse un incubo assurdo e terribile.
Il Sole cocente, la fitta vegetazione ed il suono ossessivo di sordi tamburi.
Poi alcune braccia forti la presero di peso, trascinandola tra canti tribali sfrenati.