Avevo lo sguardo basso, come se nascondendolo riuscissi a nascondere la tristezza.
Mi avviai verso la porta, per dare ordine di preparare un bagno.
Poi la sentii, una stretta salda e sicura sul mio braccio.
Fu un istante, senza pensarci, con un movimento rapido e secco del polso, mi liberai.
Non che volessi farlo, ma il mio corpo aveva reagito d'istinto.
Ormai però ero contro il suo petto, con il suo viso vicinissimo al mio.
Il mio abito impalpabile e leggero non mi impedì di sentire il calore del suo corpo sulla mia pelle, mentre un brivido caldo e nuovo mi attraversava.
Non sapevo che pensare, non sapevo che dire.
Ero come ipnotizzata dall'azzurro di quegli occhi meravigliosi.
Poi quelle parole, così intense e vere, così pulite e decise.
Non riuscii a ribattere nulla a parole, ma sapevo che se avesse letto nel mio sguardo vi avrebbe trovato mille risposte a domande che nemmeno erano state fatte.
"Io.." mormorai soltanto "Non potrò mai essere libera.." sussurrai, con un filo di voce.
Non c'era la possibilità di libertà per le custodi: o la cattività, o la schiavitù.
E non sapevo quale delle due fosse la scelta peggiore.
Ad ogni modo, era una scelta che non spettava a me, spettava comunque al Cuore.
Nulla accade se non piace al Cuore, dopotutto.
Ma in quel momento, in quel preciso momento mentre mi stringeva a sé e potevo sentire le sue labbra così vicine alle mie, tanto da ritrovarmi ad immaginarne il sapore.
In quel momento desiderai ardentemente crederci.
La profezia...
Già, la profezia.
In quel momento avrei voluto impiegare ogni parte del mio essere nel convincermi che non era solo frutto dell'immaginazione id una custode che aveva perso il senno.
Ma che era reale.
Volevo crederlo, dovevo crederlo.
Che anche una custode potesse essere libera.
E io, mentre lui mi stringeva, non desideravo altro.
Non avevo mai desiderato qualcosa così ardentemente come in quel momento in cui il mondo sembrò fermarsi.
Ma poi, quando ormai credevo di perdermi definitivamente in quell'azzurro intenso, qualcuno aprì la porta, e io ebbi solo il tempo di allontanarmi di un passo e voltarmi verso la porta con lo sguardo distaccato e vagamente torvo che riservavo alle ancelle che mi disturbavano.
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