Lui restò a guardare Gwen per altri lunghi e strani istanti negli occhi, per poi voltare lo sguardo verso il cielo.
“Avrai un nome strano, forse raro, se non addirittura unico...” disse con gli occhi all'insù “... magari datoti da tuo padre per chissà quale sa passione... magari l'eroina di qualche romanzo, o qualche parente particolarmente benestante a cui strappare benevolenza... o forse qualche sua fiamma passata e mai dimenticata... e sia...” con tono irriverente “... vorrà dire che ti chiamerò come più aggrada... troverò un nome diverso ogni volta e secondo il mio umore...” fissandola “... come si fa con le schiave... quando si vuole immaginarle chissà chi... farò dunque così.” Con espressione seria.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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