Camminavo silenziosa e furtiva, in quella penombra surreale.
Tutto intorno a me era buio e incerto.
Mi guardavo attorno, concentrandomi su ogni minimo rumore, ogni minimo movimento.
Mi nascosi nella penombra, dietro una pesante tenda da cui però riescivo a vedere.
Ogni tanto il mio pensiero andava da lui, dalla prova che avrebbe dovuto affrontare.
Chissà dov'era, che cosa stava facendo.
Sospirai in silenzio a quel pensiero.
Avrei voluto essere lì con lui, e combattere di nuovo al suo fianco, ma anche difendere la nostra casa mi sembrava altrettanto importante.
Sorrisi, nel rendermi conto di aver davvero pensato quel termine così intimo e familiare.
Già, il Palazzo dei Gigli era molte cose, ma era anche la mia casa, e la sua.
Dunque era un po' nostra, anche se non nel vero senso del termine.
Ma mi piaceva comunque questa definizione.
È sempre stato questo il compito di una donna guerriera, dopotutto, l'ultima difesa della casa.
Sembrava buffo, pensarci in quel momento.
Ma non dovevo pensare a quello, dovevo concentrarmi sul presente, sul compito che avevo e su quello che poteva succedere.
Così, restai concentrata ad osservare ogni cosa intorno a me, pronta a cogliere il minimo cambiamento.
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