Quelle parole, quello sguardo.
Sorrisi, un sorrisetto divertito e vagamente malizioso.
Voleva davvero fare quel gioco?
Oh, non mi sarei certo tirata indietro.
"Dici?" fingendomi pensierosa "Devo dire che mi piace come idea..." sorridendo "Il capo geloso... Significherebbe che tiene a me, no?".
Poi lo guardai, uno sguardo intenso.
"Eppure dovrebbe aver compreso come la penso.... Dopo oggi..." sospirai "Non è per questo che sono qui?" Senza mai lasciare il suo sguardo, così azzurro e così vicino.
Diamine, si era tradito e lo avevo coperto, come poteva non aver compreso?
Forse voleva mettermi alla prova, confondermi.
Allora decisi di stare al gioco.
Forse era una follia, ma valeva la pena tentare.
Valeva la pena lottare per lui.
"Sai è strano, ha promesso di non mentirmi mai eppure... eppure è come se volesse tenermi lontano dalla verità..." osai, sussurrando piano .
"Forse ha paura che lo tradirò..." con lo sguardo intenso e appassionato nel suo "non lo farò mai.." scuotendo piano la testa "Mai.." sussurrai.
"Forse teme che possa spaventarmi, e scappare..." scossi di nuovo la testa "Non succederà, posso capire meglio di qualunque altra donna...." sospirai "Io non sono una di quelle donnette che che gli girano intorno.. ci vuole ben altro, per spaventarmi.. l'indifferenza, quella mi terrorizza..." con un leggero sorriso.
"O magari teme di mettermi in pericolo..." sussurrai infine "E la cosa è molto dolce ma..." scossi di nuovo la testa "Diamine hai visto di cosa sono capace... forse non sarò alla tua altezza, ma so badare a me stessa.." sospirai "ho usato quelle abilità per arricchirmi, nella mia vecchia vita... ora.." sentivo il cuore accelerare sempre di più "Ora posso metterle al servizio di una causa per cui vale la pena combattere...".
Il cuore accelerava sempre di più, e a volte mi accorgevo di trattenere il respiro.
Portai tremando una mano sul suo viso, coperto dalla maschera, come una carezza lievissima.
Avevo paura, paura che si ritirasse di nuovo nel suo mondo, chiudendomi la porta in faccia.
Ma sapevo anche che valeva la pena lottare per quello, e che avrei fatto tutto ciò che potevo per oltrepassare quel muro di menzogne costruite ad arte.
Era un piano geniale, dovevo ammetterlo, ma tutto quello mi teneva lontana da lui.
E tutto ciò che io volevo era stare con lui, al suo fianco come nessun'altra donna avrebbe mai potuto.
La mia mano, leggerissima e delicata scese appena sul suo collo, sfiorando l'attaccatura della maschera.
Quanto avrei voluto strappargliela via, a qualunque costo.
Ma l'avrei fatto solo se fossimo stati soli, l'ultima cosa che volevo era metterlo in pericolo.
Anche se la verità era che non desideravo toglierli la maschera io, ma che lui se la togliesse per me.
"Non ho paura della verità..." sussurrai pianissimo, vicinissima a lui, mentre le mie dita sfiorarono per caso un lembo di pelle sotto la maschera e i miei occhi incatenavano i suoi "Ho paura di vivere in una menzogna...".