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Vecchio 14-07-2016, 03.31.31   #1574
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quel vino era più pesante ed ingannevole del previsto.
Andava giù malandrino, inebriando i sensi.
E benchè Vivian avesse una buona resistenza all'alcool, alla fine cadde addormentata...

Era stesa sul suo letto, con indosso la sua leggera camicia da notte e la bottiglia di vino sul comodino.
Si trovava nella veglia e continuava a rigirarsi tra le lenzuola.
Era ancora arrabbiata, delusa ed anche inquieta.
Un'inquietudine velata che la faceva sentire anche turbata.
L'aria della notte era ancora calda e ciò rendeva difficile per lei addormentarsi.
Ma non era solo quello.
Si sentiva ferita e cominciava a provare quasi astio verso il capo.
Eppure non riusciva a non pensarci.
A non sentirsi accaldata e persino vagamente eccitata.
Sentiva la pelle ardere e la morbida seta del cuscino che stringeva a sé darle un briciolo di sollievo.
Le gambe nude tra le coperte si piegavano, si accavallavano nervosamente.
Si sentiva sola.
Ad un tratto un alito di vento che sfiorò prima le tendine e poi un lembo della sua camicia, accarezzandole la pelle nude.
Un rumore la fece destare e un attimo dopo qualcosa la raggiunse.
La fredda lama della spada affilata arrivò alla sua gola.
“Non muoverti...” disse una voce “... stavolta non avrai modo di disarmarmi...” fissandola con i suoi occhi azzurri “... metti le mani dove io possa vederle... così, da brava...” mentre lei allungava le mani sul letto, in modo che lui potesse vederle.
“Vuoi uccidermi?” Vivian.
“Zitta...” pianissimo lui, per poi cominciare ad accarezzarla.
Lunghe e lente carezze che accendevano brividi sul corpo di lei.
Carezze che scivolavano sulla sua pelle, fino a lambire la stoffa della camicia.
E quelle mani abili, silenziose ed agili iniziarono a scorrere sotto la stoffa, raggiungendo dove la pelle di Vivian era più calda e sudata.
E lei provò piacere.
Un piacere vivo, intenso, travolgente, che le impediva di stare ferma, di non voltarsi e di non allargare le gambe.
Un piacere che in breve scoprì il suo petto e la fece gemere.
E più lui la toccava, più lei ansimava e sospirava.
Fino a quando, ad un tratto, lesta la mano di Vivian raggiunse la maschera di lui, tirandola via e svelando il suo volto.

Vivian si destò di colpo.
Ancora ansimando per quel sogno, mentre la notte era sempre viva.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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