Quel sibilo, e una leggera brezza accarezzò la mia pelle.
Non feci nemmeno in tempo a vedere la mia vestaglia cadere a terra.
Sentii una presa alle mie spalle, solida, inaspettata, letale.
Il mio sangue si accese immediatamente, insieme ai miei occhi.
E un sorriso malizioso, impertinente, che già pregustava la lotte si dipinse sul mio viso.
Quelle parole sussurrate tra i miei capelli, quella presa.
Analizzi la situazione.
Era dietro di me, mi teneva per i fianchi, e avevo una lama alla gola, con entrambe le mani libere.
Avevo diverse alternative, ma vista la pericolosità della sua spada, decisi per una di queste.
Così, gli tirai una testata all'indietro, spostai il peso sulla gamba arretrata, e strappando in avanti il suo braccio armato, per poi far leva su quello, lo portai a terra, finendo sopra di lui, con un braccio in leva e il mio ginocchio che gli rendeva difficoltosa la respirazione.
Ma ciò che più mi interessava era averlo disarmato.
Così lo osservai, osservai quegli occhi azzurri nella maschera con lo stesso sorriso con cui avevo salutato la lotta, con la sola differenza che anche il mio respiro, come il mio battito era accelerato.
Sempre tenendo il suo braccio mi abbassai un poco verso il suo viso.
"E senza la tua spada che farai?" mormorai, con voce calda e un sorriso enigmatico.
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