Quelle note che scorrevano lente tra lo champagne, le candele tremolanti e gli occhi sognanti di Vivian.
E poi lo sguardo di Guisgard su di lei, le parole del violinista e le infinite luci della città oltre il terrazzino che in quel momento parvero perdere ogni eco e suono, come se fossero le immagini senza sonoro di tanti fotogrammi che scorrevano via.
La cena continuò come se davvero quel terrazzino fosse lontano da tutto e tutti.
Poi lasciarono il locale.
“Vi va” disse lui a lei “di passeggiare? Magari riprenderemo la carrozza più avanti... la città a quest'ora smette di essere di tutti e diviene solo di chi sa osservarla, ascoltarla...” con un lieve sorriso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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