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Vecchio 07-07-2016, 16.58.33   #961
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Durante la notte appena trascorsa...
Il celebre Museo del Maschio, il più grande ed antico museo Afragolignonese ed uno dei più visitati al mondo, sorge al centro della città, tra il Lungolagno e la Piazza della Miglioria, in quello che fu uno dei più vasti ed inaccessibili castelli imperiali.
La fortezza, realizzata dal sovrano Rollione all'inizio dei Secoli Bui, subì varie trasformazioni fino a divenire, verso l'anno Mille, sede del re.
Quando poi alla fine del Medioevo l'Arciduca Ardea detto il Conquistatore unificò le due Corone di Afragolignone e di Capomazda, scegliendo come nuova sede reale il Palazzo dei Taddei, l'antica dimora dei re fu adibita prima a prigione, poi successivamente divenne il museo che oggi tutto il mondo conosce.
La maestosa struttura prende nome dalla torre principale e più alta dell'intero complesso, attorno alla quale ruota tutto il maniero fortificato.
Nel museo oggi sono conservate opere inestimabili frutto non solo del genio Afragolignonese, ma anche di secolari bottini di guerra, donazioni, confische ed acquisizioni della Corona.
Il signor de Travvan, borghese di modeste origini ma da sempre impegnato nello studio e nella salvaguardia dell'arte imperiale, ricopriva il ruolo di direttore del museo da ormai ben due anni, grazie soprattutto al suo impegno nella spinosa questione delle opere conservate nei monasteri e nelle chiese, che da sempre il governo riconosce come patrimonio della Chiesa Cattolica.
De Travvan non era apparso particolarmente scosso dopo i misteriosi e preoccupanti episodi avvenuti nella Cattedrale e al Palazzo dei Gigli, con al centro opere d'arte.
Egli si fidava della sicurezza del museo e di come l'intera ed antica fortezza fosse di fatto un luogo imprendibile persino per un esercito ben armato.
Quella notte, come sempre faceva, attraversava i padiglioni del castello insieme a Sciaquen, suo amministratore e consulente circa la gestione del museo.
“L'Arcangelo di Telesino” disse il direttore “a breve tornerà nell'ala Nord. Il lavori qui nel padiglione sono ormai ultimati e così i visitatori potranno di nuovo ammirarne la bellezza.” Fissando la preziosa statua di San Michele nell'atto di trafiggere Lucifero.
“Benissimo, direttore.” Annuì Sciaquen.
I due risalirono verso l'androne principale, dirigendosi poi nella Sala delle Udienze, dove erano conservati molti dipinti del periodo Nolhiano.
“Come mai solo due lampade sono accese?” Stupito il direttore.
“Non saprei...” l'altro “... poco fa c'erano alcuni inservienti impegnati ad occuparsene...”
“Andate a chiamarli, per favore...” il direttore “... l'inefficienza è qualcosa che non ho mai tollerato.”
Sciaquen uscì, in cerca degli inservienti.
Ma appena rimasto solo de Travvan, una delle due uniche lampade accese si spense, gettando la sala in una penombra fitta e sinistra.
“E' inaccettabile...” scuotendo il capo il direttore.
Ma anche l'altra lampada cominciò a spegnersi.
Poi un respiro profondo.
“Chi è là?” Perplesso il direttore. “Chi c'è'?”
Di nuovo quell'innaturale respiro.
“Il museo è chiuso, non si può stare qui!” Severo il direttore. “Uscite o chiamerò la sicurezza!”
Si udirono allora dei passi, lenti, che echeggiavano nella sala.
“Ma insomma...” preoccupato de Travvan “... farò una denuncia!”
La penombra inquieta velava i dipinti che impreziosivano la sala, accarezzando i Santi Volti della Vergine, degli Apostoli e dei Santi lasciando su di essi un senso di vaga angoscia.
De Travvan si guardava intorno, avvolto da quel cupo chiaroscuro.
“Tu...” una voce bassa ed indefinita come sorta dal silenzio innaturale “... tu... hai rinnegato il tuo compito...”
“Ch... chi è?” Spaventato il direttore.
“Tu...” ancora quella misteriosa voce, indistinguibile se di uomo o donna “... hai rinnegato il tuo compito...”
“Chi è?” Impaurito de Travvan.
“Tu...” la voce sinistra “... hai venduto te stesso e l'arte che dovevi custodire... hai venduto tutto...”
“Sciaquen!” Chiamò il direttore. “Sciaquen! C'è qualcuno qui!”
“Nessuno ti salverà...” la voce che ora sembrava più vicina “... nessuno ti salverà... poiché tu non hai salvato l'arte che dovevi invece custodire... l'hai venduta ai preti... ora pagherai con la vita...”
“No!” Per poi scappare verso l'uscita il direttore.
Ma nella fitta penombra sbattè contro una colonna, cadendo a terra col volto insanguinato.
E quei passi si facevano più vicini.
De Travvan avvertiva una presenza, sempre più vicina, ma il sangue ed il dolore gli impedivano di essere lucido.
Fino a quando intravide una figura davanti a lui.
Tutta nera, coperta da un velo spettrale ed etereo.
Vide però due occhi che lo fissavano.
Come fossero una sentenza.
Poi il bagliore di una lama, un sibilo e la testa di de Travvan rotolò sul lucido pavimento di marmo della sala, sotto gli sguardi afflitti ed assorti della Madonna, di San Giovanni, di Maria Maddalena che piangevano in quei ritratti.
Piangevano i peccati degli uomini ed il male del mondo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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