Ottan cominciò a dettare a Dacey, che batteva ogni parola a macchina.
Il giornalista ricostruì così l'intera serata, dal loro arrivo al Palazzo dei Gigli, fino all'apparizione dei falsi artisti e poi l'entrata in scena della risata e del flauto con cui si presentò il misterioso fantasma.
“Ecco...” disse, per poi accendersi un sigaro “... qui finiscono i fatti reali... ora comincia il campo delle ipotesi... chi erano gli uomini mascherati? Semplici ladri? Terroristi? Ed il fantasma? Accertato che spettri e folletti non esistono, come ha fatto da solo a metterli in fuga? E tutti quei trucchetti? Lampade che si spengono da sole, uomini uccisi come se fossero bolle di sapone... insomma, ne abbiamo per un bel romanzo d'avventure e misteri, no?” Fissando Dacey.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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