Quella risata, quasi irriverente, che sembrava stonare con l'atmosfera del salone e dell'intero palazzo.
Poi quel battito di mani, come un voler applaudire la fine di una pantomima o una di farsa.
Tutti allora si voltarono.
“Capo...” disse Ernot guardando il nuovo arrivato.
Si trattava di un uomo vestito in modo elegante, dai capelli scuri e mossi, gli occhi azzurri ed un sorriso scanzonato stampato sul volto.
“Scommetto trenta Taddei” avanzando verso di loro “che il nostro ispettore risolverà il caso in men che non si dica. E naturalmente acciufferà il resto di quella banda.”
“Chi siete?” Fissandolo Ozzillon.
“Sono la vittima, mio caro ispettore.” Rispose il giovane uomo dagli occhi azzurri. “Sono colui che dovrà pagare i danni, risarcire i finanziatori e rifare un'intera campagna pubblicitaria. Avete mai contrattato con i finanziatori, caro ispettore?”
“No, messere...” Ozzillon.
“Allora il vostro è uno stato di grazia, mio caro ispettore.” L'altro, versandosi da bere. “Mmm... detesto il vino caldo...” rimettendo giù il bicchiere, per poi sedersi davanti all'ispettore.
“Dunque voi siete...” fece Lion.
“Si...” annuì Ernot, con accanto Vivian e Bafon “... lui è Guisgard de'Taddei, presidente della Taddeus.”
“Si, vi ho detto che ero la vittima, caro il mio ispettore...” sorridendo Guisgard ad Ozzillon “... ma ditemi... avete già idea di chi abbia organizzato questa farsa a casa mia? Voglio dire... perchè erano mascherati? Credono forse di essere ancora nel Medioevo? O magari...” divertito “... pensavano di far colpo su una delle tante dame invitate qui per l'inaugurazione?” Ridendo di gusto.
“Immagino portassero le maschere per non farsi riconoscere, messere...” mormorò Ozzillon.