Una danza, oscura, proibita, perfetta, nel silenzio e nel buio.
Quando tutto finì, quando le luci si riaccesero e l'alba giunse su di noi, presi un profondo respiro liberatorio.
Quella sensazione era inebriante, incontrollabile, meravigliosa.
Eppure era sbagliata, oscura, malvagia.
Meglio loro che noi...
Una voce impertinente da quell'animo profondo, oscuro e sconosciuto dentro di me.
Sorrisi, assaporando appieno quella sensazione.
Non sapevo chi ero, ma in quel momento mi sentivo davvero me stessa.
La cosa mi spaventava, la cosa mi elettrizzava, la cosa mi sconvolgeva.
Pulii Damasgrada dal sangue con un tovagliolo ancora sulla tavola, e andai come se niente fosse a riprendere le mie scarpe.
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