Quel vivace bazar metteva allegria, pensavo, guardandomi intorno.
Addirittura dei musicisti intrattenevano gli ospiti.
Quello, più la giornata di sole, più l'idea dell'inaugurazione con il bellissimo abito che avevo immaginato, mi mettevano decisamente di buon umore.
Così sorrisi volentieri al musicista che mi si avvicinò.
Chiusi gli occhi, solo per un attimo, e per un attimo fui catapultata lontano, o forse vicino, in un passato che poteva essere anch'esso vicino o lontano.
Quella voce, quello sguardo.
Solo un istante, solo un momento.
Allora una lieve malinconia attraversò il mio sguardo.
Magari mi starà cercando..
Magari no.
Chinai il capo, respirando piano.
Non so nemmeno il suo nome...
Non sai nemmeno il tuo di nome, guarda un po'.
Quando rialzai lo sguardo, mi ricordai del musicista e gli sorrisi, donandogli una piccola mancia.
Mi guardai intorno, c'erano dei fiori.
Mi piacevano i gigli? Di che colore? Perché?
Perché ogni momento che passava aumentavano le domande e diminuivano le risposte?
Ad ogni modo, non dovevo lasciare che il mio passato mi rattristasse così, in pubblico.
Dovevo cercare di pensare un pezzo alla volta, un respiro alla volta.
Ora dovevo concentrarmi sul pranzo.
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