Il cielo era divenuto di colpo cupo e nuvoloso, con sordi boati lontani e fulmini che squarciando le dense nuvole scendevano come folgori sul bosco.
I quattro però intravidero le alte mura di una città.
“Si, deve essere Suession...” disse Zoren a Gwen e agli altri “... andiamo, prima che giunga un temporale.”
Accelerarono il passo e dopo un po' furono presso la porta della città.
Era un agglomerato di gusto classicheggiante, con edifici in pietra bianca e marmi policromi, alte guglie di strabiliante perfezione, campanili che svettavano fin quasi al cielo e palazzi di monumentale bellezza.
Il bosco ne cingeva le alte e spesse mura, penetrando fin sui massicci e slanciati bastioni, avvolgendone i pilastri e le colonne dai capitelli finemente scolpiti.
Armoniose statue arricchivano le logge, i camminamenti e le terrazze, dietro cui una moltitudine regolare di case correva fino alla parte nobile della città, dove sorgeva quella che un tempo doveva essere l'acropoli e che ora invece ospitava un grandioso castello dai tratti fiabeschi, meraviglioso baluardo dell'unione di due stili, due Tempi e due mondi.
E questa spettacolare e vasta città era tagliata in due dal millenario e verde corso del Lagno, il fiume attraverso cui la civiltà aveva raggiunto queste terre uniche al mondo e scegliendole come sua più alta e degna dimora.