Stretta a Damasgrada, Clio infine si addormentò...
Il Palazzo Ducale era avvolto da tenebre che parevano impenetrabili.
Le stelle scintillavano mute e lontane, la Luna appariva indifferente ed eterea nel suo sinistro pallore.
Un cupo silenzio attraversava la brughiera circostante, tra confusi latrati e soffocati ululati.
Il canto della civetta, nascosta chissà dove, sembrava un lamento che portava cattivi auspici.
Di tanto in tanto il passo ritmico delle sentinelle lungo il camminamento di ronda pareva rompere quel tetro oblio, ma poi il senso di vuoto mutismo tornava a dominare su ogni cosa presente in quella notte.
Clio udì alcuni soldati parlare.
Il duca è sceso nel cortile, dicevano.
Lei allora corse a raggiungerlo.
Strane voci si rincorrevano circa la maledizione e quella notte era abbastanza tetra da fornire un degno scenario a ciò che di vero c'era in quell'antica ed inquietante leggenda.
Clio raggiunse il cortile, ma lord Anione sembrava scomparso.
Poi, ad un tratto, Damasgrada al suo fianco cominciò a vibrare forte.
Un attimo dopo apparve qualcuno.
Un giovane uomo che la fissava sorridendo.
Era Guisgard.
O forse Icarius.
Si svegliò di colpo.
Era stato un sogno.
Damasgrada era fra le sue braccia, ma non vibrava.
Era però il cuore di Clio a farlo, tanto batteva forte per quello strano sogno.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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