Quelle parole, quell'ardore, quello sguardo.
Forse parlarono più del suo bacio.
Sorrisi, un sorriso in cui nascosi molte cose.
Forse cominciavo a capire, e la cosa era terribilmente crudele.
Conoscevo i Taddei, di persona, e avevo letto molto su di loro.
E se una cosa era certa era che non si innamoravano così facilmente.
Ricordavo il profondo travaglio raccontato nel diario dell'amante di uno dei Taddei, che avevo trovato per caso, in un angolo sperduto del castello.
Quel diario era il libro che mi piaceva di più, anche se era incompleto.
Quell'Amore incondizionato di lei che lo aspettava, in silenzio nascosta, sognando invano ogni giorno che lui dichiarasse il suo amore per lei, dannandosi all'idea che qualche dama troppo audace gli stesse troppo vicino, anche se sapeva che non l'avrebbe mai tradita.
Lei non capiva, si dannava, ma lo amava troppo per andare via.
Io che avevo imparato a conoscere la Gioia, capivo fin troppo bene invece.
E quella storia diventava ancora più drammatica.
Lui di certo l'amava, ma quell'amore era così intenso da essere pericoloso, da richiamare la Gioia.
Eppure nemmeno gli stratagemmi per salvarlo erano riusciti a tenerli lontani, la mia parte preferita era vedere come si fossero innamorati di nuovo, ricominciando daccapo.
Perché si possono cancellare i ricordi di un uomo ma non lavare l'Amore dal suo cuore.
Eppure Guisgard non sembrava affatto curarsi di tutto quello.
La cosa era sospetta, sempre più sospetta.
E io non sapevo che fare.
Potevo essere così cinica da usarlo per ingannare la maledizione?
No, non dopo quel bacio.
Potevo illuderlo?
No, non dopo quel bacio.
Dovevo essere sincera con lui, anche se non era facile.
"Io non sono una che si concede con tanta facilità..." dissi, sostenendo il suo sguardo.
Pura e semplice verità.
"Se davvero mi vuoi, non mettermi davanti a inutili scelte e lasciami libera..." con gli occhi nei suoi "Altrimenti che senso avrebbe?".
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