“In effetti” disse Ehiss spronando il cavallo “questo vecchio rudere non è male, anche se preferisco di gran lunga Marchesa delle Rose.” Voltandosi verso Dacey, che stava in sella dietro di lui, vicinissima al suo orecchio con le labbra.
 E nel voltarsi il volto del cavaliere sfiorò quello della bella zingara.
 “Ma non temete...” continuò “... torneremo a Marchesa delle Rose... ve lo prometto...”
 Cominciarono a galoppare lungo lo sterrato irregolare e selvaggio, tra sterpi e rovi, cercando la via per tornare a Sant'Agata di Gothia.
 Cavalcarono per ore, vedendo solo boschi attorno a loro, fino a quando una maestosa montagna apparve davanti a loro a dominare quel primordiale e remoto scenario.
 Percorsero la direzione verso l'imponente massiccio montuoso, sotto un cielo inquieto e cupo.
 E dopo un po', giunti non distanti dalle pendici dell'alta montagna, Ehiss e Dacey videro uno strano paese che sorgeva, quasi come dimenticato ed addormentato, su irti ed inospitali spuntoni rocciosi.
 Ed un'atmosfera sinistra avvolgeva quel luogo.
