Affinchè anche Madonna Elisabetta possa raccogliere quelle briciole disseminate modestamente e minuziosamente da Dame e Bardi nel tappeto dei ricordi e delle emozioni di Camelot, e possa tornare a scrivere per il gusto di coloro che non sono più...
Taliesin, il Bardo
Il Ciliegio
Testo di Luisa Zappa Branduardi
Musica di Angelo Branduardi
Tratta da: album “La Pulce d’Acqua” - 1977
"Già ero vecchio e stanco
per prenderla con me,
ma il vecchio giardiniere
rinunciare come può
all'ultimo suo fiore,
se l'inverno viene già.
Già ero vecchio e stanco,
ma la volli per me
e il sorriso della gente
di nascosto accompagnò
il mio andare verso casa
e l'inverno viene già...
Lei era la più bella
che avessi visto mai:
sorrideva fra le ciglia
e il mio cuore riscaldava,
era l'ultimo mio fiore
e l'inverno viene già..,
Poi anche il mio cillegio
a suo tempo maturò;
lei venne un mattino
a chiedernnene i frutti.
"Devo avere quelle ciliegie
perche presto un figlio avrò".
Io guardavo le sue guance:
più bella era che mai.
e sentivo dentro me
già crescere la rabbia:
"Chiedi al padre di tuo figlio
di raccoglierle per te".
Sorridendo come sempre,
le spalle mi voltò
e la vidi in mezzo ai prato
verso l'albero guardare:
era l'ultimo mio fiore
e l'inverno viene già.
Fu il ramo suo più alto
che il ciliegio chinò
ed il padre di suo figlio
così I'accontentò.
Già ero vecchio e stanco
per prenderla con me,
ma il vecchio giardiniere
rinunciare come può
all'ultimo suo fiore,
se l'inverno viene già..."
Come in ogni opera d’arte nessuno può darne davvero un’interpretazione completa, il significato si espande e si arricchisce di ogni sfumatura percepita dall’ascoltatore, che rende unico e speciale il rapporto artista-opera-fruitore.
Il ciliegio affonda le radici in un prolifico patrimonio culturale che è passato dai vangeli apocrifi alle ballate inglesi, fino ad essere risvegliato da Branduardi nel 1977, nell’album La pulce d’acqua. La tradizione apocrifa vuole che Giuseppe non abbia accettato di buon grado la gravidanza della giovane Maria e, turbato, temendo l’onta del tradimento, rispondesse sgarbato alla giovane sposa che gli chiedeva dei frutti, intimando di chiederli al padre di suo figlio. Qui secondo i vangeli si pone in essere il miracolo, i rami dell’albero da frutto (ciliegio nella ballate, palma da datteri nei vangeli) si piegano al comando di Gesù, rivelandolo come figlio di Dio e convincendo l’incredulo Giuseppe.
Nella versione di Branduardi però Giuseppe e Maria non vengono nominati, la vicenda assume la connotazione metaforica di un uomo prossimo alla morte che, innamorato di una giovane forse troppo bella per stare con lui, rimane folgorato di fronte al miracolo originato dal suo sfogo di gelosia. Un miracolo che è forse dimostrazione della reale paternità del figlio da parte del giardiniere, vivo di riflesso nella pianta che tanto ha curato perché porgesse i suoi frutti.
Branduardi propone un momento fiabesco, intimo, che possiamo prendere come lo vediamo, godendone della semplicità e del mistero, o frugare alla ricerca di sfuggenti significati, a volte validi per noi e per noi soli, ma senza che per questo, essi, vedano intaccata la loro importanza.
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber)
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