Tintus condusse Altea all'interno del castello, che dentro appariva ancor più desolato e solitario.
Stranamente nessun servitore era giunto ad accoglierli.
Percorsero un lungo corridoio e poi salirono su una larga scalinata fino al primo piano.
Una vaga penombra dominava quel luogo, con la luce del Sole che solo a fatica penetrava ad illuminarlo attraverso alte vetrate coperte da tende consumate.
Arrivarono davanti ad una porta ed il pittore aprì, facendo segno ad Altea di entrare con lui.
Si ritrovarono così in una vasta camera semibuia, con un lungo tavolo rettangolare al centro e vecchi mobili rovinati da tarli e ricoperti da ragnatele.
Vi erano candelieri ancora colanti di cera, ma senza nessuna candela ad illuminare la sala.
“Il barone credo arriverà a breve.” Disse Tintus alla dama.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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