Il mio indietreggiare e coprirmi il seno contrariò la bestia, che prese a battersi i pugni sul petto, emettendo un lungo e stridulo ringhio che mi spaventò a morte.
In quel momento, un colpo di fucile fece scappare via la bestiale creatura. Apparvero così alcuni uomini armati, che mi chiesero chi fossi, fissando il mio corpo mezzo nudo.
"Signori, io e il mio compagno siamo naufraghi... una tempesta ci ha portati su quest'isola, di cui ignoriamo anche il nome..." risposi loro, evitando di dire che stavamo spiando la struttura lì vicino. "Eravamo in perlustrazione, sperando di trovare qualche altro essere umano a cui chiedere ristoro, e invece ci siamo imbattuti in quella strana creatura..."
La tensione, la paura e la vergogna di essere nuda davanti a loro fecero crollare il mio autocontrollo. Calde e salate lacrime cominciarono a rigarmi il viso, mentre con lo sguardo cercai il mio Capitano, ancora privo di sensi.
"Vi prego, datemi qualcosa per coprirmi... e, se potete, controllate che il mio compagno sia solo svenuto, la bestia l'ha colpito forte..."
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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