Sul fianco verdeggiante del monte che sovrastava il sentiero sorgevano decine e decine di alberi dalle cime verdi ed aguzze, appena sferzati dal debole alito del vento che lambiva quelle lande selvagge e remote.
E sotto la copertura di frondosi rami il carro guidato da Ammone attraversava il sentiero, sempre seguito dal destriero di Ehiss.
“Si, sembra davvero un luogo da favola.” disse il cavaliere a Dacey.
Ma prima che il gruppo giungesse alla porta di Sant'Agata di Gothia notò un albero di noce d'insolita grandezza e dalla forma stranamente repellente.
Intravederlo da lontano, magari nel cuore del crepuscolo o tra banchi di nebbia, poteva ingannare a tal punto la vista umana da farlo apparire simile ad uomo grottesco, di un corpo umano contratto dalla morte.
E sulla corteccia vi erano incise queste enigmatiche parole:
“Sessantadue bambini”